La Cina ha dichiarato guerra ai software occidentali. A fine maggio, il governo aveva vietato l’installazione di Windows 8 sui computer della pubblica amministrazione. All’inizio del mese, la stessa sorte è toccata agli antivirus. L’obiettivo del paese asiatico è ridurre al minimo la dipendenza dalle aziende straniere, in particolare statunitensi. Per questo motivo, la Cina ha avviato lo sviluppo di un proprio sistema operativo.
I rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti sono diventati meno idilliaci dopo le accuse reciproche di cyberspionaggio, originate dallo scandalo Datagate. Il governo ha giustificato il divieto di usare Windows 8 con il rischio di rimanere senza supporto tecnico, quando Microsoft interromperà la distribuzione delle patch di sicurezza, come avvenuto con Windows XP, il sistema operativo più popolare tra gli utenti cinesi. In realtà, il vero motivo sembra essere legato alla paura che il software statunitense contenga backdoor.
Ni Guangnan, capo del team di sviluppo, ha dichiarato alla agenzia Xinhua che il sistema operativo desktop verrà lanciato probabilmente entro il mese di ottobre e integrerà un app store. L’obiettivo è sostituire Windows entro i prossimi due anni e i sistemi operativi mobile (iOS e Android) entro cinque anni. Il dirigente non ha fornito altre informazioni, ma quasi certamente verrà realizzato un OS basato su Linux.
Secondo Ni Guangnan, ostacolare la diffusione dei software stranieri rappresenterà un’ottima opportunità per le aziende locali. È molto importante quindi sviluppare piattaforme che consentano alla Cina di lottare contro Microsoft, Apple e Google. Resta da vedere la qualità del risultato finale. Progettare un sistema operativo da zero non è un compito semplice, in quanto richiede investimenti, tempo e adeguate competenze tecniche.