Internet Slowdown è un evento di protesta digitale che si terrà il 10 settembre a cui aderiscono portali del calibro di Etsy, Kickstarter, Foursquare, WordPress, Vimeo, reddit, Mozilla, Imgur, Meetup, Cheezburger, Namecheap, Bittorrent, Gandi.net, StartPage, BoingBoing, e Dwolla, il cui fine è quello di sensibilizzare gli utenti mostrando loro come potrebbe apparire la rete se gli operatori americani decidessero di creare una rete internet a due velocità fornendo più banda in base a precisi accordi commerciali.
La protesta sarà simbolica ed i siti internet che vi avranno aderito mostreranno la classica icona del “caricamento infinito” a dimostrare come potrebbe peggiorare l’esperienza d’uso della navigazione web se la proposta della rete a due velocità di Tom Wheeler, presidente della FCC prendesse piede. I siti internet coinvolti nell’iniziativa il 10 settembre continueranno comunque a funzionare come sempre hanno fatto, il rallentamento sarà solo fittizio. I maggiori siti web promotori dell’iniziativa vogliono dunque riportare l’attenzione sullo spinoso tema della neutralità della rete (Net Neutrality). Per loro, foto, video e dati devono viaggiare liberamente alla stessa velocità e non essere condizionati da scelte commerciali che favorirebbero aziende disposte a pagare molti soldi per avere priorità sul traffico mettendo in ombra molti siti web, magari nascenti che per scarsità di fondi non potrebbero pagarsi “un posto al sole” nella rete.
La proposta della FCC sarebbe un enorme vantaggio per le società via cavo, e minerebbe Internet come lo conosciamo. Secondo le norme proposte, giganti del cavo come AT&T, Comcast e Verizon sarebbero in grado di creare una Internet a due livelli, con corsie lente (per la maggior parte dei siti) e corsie preferenziali (per le società ricche che sono disposte a pagare). Le società potrebbero dunque discriminare i contenuti online rallentando specifici siti a favore, per esempio, di quelli che trasmettono servizi streaming.
Per esempio, le società potrebbero decidere di offrire più banda a servizi come Netfix o Hulu, lasciando le briciole agli altri. La neutralità della rete è un tema da tempo molto dibattuto non solo in America ma anche nel resto del Mondo. E se Tom Wheeler ha già fatto marcia indietro vista la mobilitazione mondiale, sul tema della libertà della rete se ne discuterà ancora molto.
Del resto da tempo gli operatori chiedono che i content provider contribuiscano economicamente allo sviluppo delle reti visto l’esponenziale e costante aumento di traffico degli utenti e la domanda che qualcuno inizia a porsi è che se i content provider dovessero davvero pagare per poter disporre di una capacità di rete ottimale, forse dovrebbero poter anche disporre di qualche vantaggio ulteriore sugli altri.
A difesa della neutralità della rete è intervenuto anche Barack Obama che ha affermato come non si vuole iniziare a dare una differenza su quanto sia accessibile Internet a utenti diversi e che i futuri Facebook o Google devono poter avere la strada aperta e non sbarrata. Sulla stessa lunghezza d’onda anche colossi del calibro di Facebook, Amazon e Google probabilmente non solo per motivi ideologici ma anche per motivi economici visto che dovrebbero essere i primi a pagare.