Evidentemente Tim Cook non scherzava nel sottolineare come Apple si stia fortemente impegnando per proteggere la privacy degli utenti. Dopo l’apertura di una sezione apposita sul sito ufficiale dell’azienda, si apprende come iOS 8 sia un sistema operativo blindato dalle azioni di malintenzionati. Non è però tutto, poiché il Washington Post svela come ora i dati degli utenti siano inaccessibili non solo alla stessa Cupertino, ma anche alle agenzie governative.
È proprio la piattaforma inaugurata ieri sulla privacy a spiegarlo, con un collegamento a un dettagliato documento PDF. A quanto pare, con iOS 8 Apple ha deciso di abbandonare le chiavi criptate legate ai dati personali degli utenti, così nessuno – oltre al proprietario del device – potrà averne accesso. Questo significa che la Mela non potrà più fornire certe informazioni – come password, fotografie, registro chiamate, contatti e molto altro – alle agenzie governative, nemmeno in presenza di mandati e ordinanze. Così spiega l’azienda:
«A differenza dei nostri competitor, Apple non può bypassare la tua password e quindi non ha accesso ai tuoi dati. Di conseguenza, non è per noi tecnicamente fattibile rispondere alle ordinanze governative per l’estrazione dei dati da dispositivi aggiornati a iOS 8».
Va precisato, tuttavia, come il livello di protezione offerta includa esclusivamente i contenuti ospitati su iOS 8 e non quei documenti – anche gli stessi contatti e foto citati poc’anzi – che l’utente ha deciso di ospitare su iCloud. Di conseguenza, le autorità potrebbero comunque ottenere le informazioni a loro necessarie passando dalla nuvola anziché dal dispositivo.
La presa di posizione di Apple è decisamente dura, così come già dimostrato dalla dirigenza nell’ultimo anno. Oltre ai riconoscimenti EFF, che ha certificato come la Mela abbia fatto passi da gigante sul fattore privacy, Tim Cook si è più volte pubblicamente esposto contro la sorveglianza delle agenzie federali usa, in particolare a seguito dello scandalo NSA. E proprio in merito il CEO ha dichiarato:
«Voglio assolutamente essere chiaro: non abbiamo mai lavorato con alcuna agenzia federale, in nessuna nazione, per creare delle backdoor nei nostri prodotti e servizi. Inoltre, non abbiamo mai permesso l’accesso ai nostri server. E mai lo faremo.»
Sarà proprio iOS 8 il primo passo per smartphone e tablet già ribattezzati “anti-NSA”?