Arriva una nuova class action per Apple negli Stati Uniti. E non si tratta di certo di un fulmine a ciel sereno in quel di Cupertino, poiché è da quasi tre anni che molti utenti cercano invano una risposta dal gruppo californiano. L’argomento è quello annoso dei MacBook Pro del 2011, dotati di una GPU AMD difettosa e mai presi in debita considerazione dalla Mela.
L’ufficio legale Whitfield, Bryson & Mason LLP ha depositato ieri una class action contro il gruppo di Cupertino, in rappresentanza di molti utenti a stelle e strisce mai rimborsati per i loro MacBook Pro non funzionanti. Il procedimento include al momento residenti in Florida e in California, ma verrà presto esteso agli altri stati a stelle e strisce. Non si hanno invece notizie di simili iniziative nel resto del mondo, in particolare in Europa.
La problematica è stata dibattuta più volte: per un difetto non ancora ben identificato, le GPU AMD incluse nei MacBook Pro del 2011 mostrano a schermo delle aberrazioni visive, tanto intense da rendere impossibile l’utilizzo del laptop. Immagini deformate, intere linee di pixel spente, linee casuali, riquadri colorati: una vera e propria epopea per l’utente. In molti credono che il malfunzionamento derivi dal surriscaldamento del chip grafico e dal successivo deterioramento dei contatti sulla scheda logica, poiché una simile eventualità si è già presentata in passato proprio su alcuni Mac con grafica AMD/ATI. Eppure Apple non ha ancora ufficialmente riconosciuto la questione, tanto che ai consumatori viene proposta la sostituzione dei circuiti con costi dai 300 ai 600 dollari.
Lo scorso agosto è sembrato qualcosa potesse smuoversi, con l’apparizione online di un rumor su una possibile campagna di sostituzione gratuita. A due mesi di distanza, tuttavia, nulla si intravede all’orizzonte californiano. Comprendere quanto sia diffuso il malfunzionamento non è semplice, ma le cifre potrebbero essere importanti: sul forum di supporto ufficiale Apple, ad esempio, sono ben 9.300 gli interventi sul thread dedicato. Qualora la class action ottenesse il successo sperato, la Mela rischia non solo di dover provvedere alla già paventata sostituzione, ma anche al rimborso dei clienti coinvolti.