L’amministratore delegato di Oculus, Brendan Iribe, si è rifiutato di fornire una data di uscita precisa per l’attesa versione consumer degli Oculus Rift, ma ha anticipato che il lancio è ormai vicino. Si parla di mesi, e non di anni: l’ultima versione del visore, denominata Crescent Bay, «è in gran parte finalizzata per un prodotto di consumo».
Le aspettative per il visore a realtà virtuale sono salite alle stelle quando Facebook ha annunciato di aver acquisito la società per 2 miliardi di dollari, lo scorso marzo, ma si è ancora allo stadio di sviluppo e i consumatori non sanno ancora quando potranno acquistarlo nei negozi. Dal palcoscenico della conferenza Web Summit 2014 a Dublino, il CEO Iribe ha dichiarato che «siamo tutti in attesa che sia lanciato. Siamo sempre molto vicini. Si tratta di mesi, non di anni, ma di molti mesi».
Secondo quanto riportato da The Next Web, il maggiore ostacolo a un lancio al pubblico dell’Oculus Rift rimane ancora lo sviluppo di un dispositivo di input efficace. Tastiere, mouse e gamepad non sono all’altezza del compito e non ideali per Oculus Rift ma l’azienda ha acquisito Carbon Design (coloro i quali hanno progettato l’apprezzato controller dell’Xbox 360), dunque sta compiendo passi in avanti in tal direzione.
Mentre Oculus opera come una filiale indipendente di Facebook, Iribe ha anche reso noto che la propria azienda ha beneficiato molto dall’acquisizione da parte del gruppo di Zuckerberg. Facebook ha infatti aiutato Oculus a crescere da 75 a ben 200 dipendenti da marzo a oggi, utilizzando le proprie (ingenti) risorse per reclutare e assumere i migliori talenti.
Dopo l’interesse mostrato dalle persone di tutto il globo circa il progetto Oculus Rift, numerose aziende concorrenti hanno subito annunciato dei visori a realtà virtuale proprietari, ma Iribe è preoccupato che la realizzazione di tali device sia scadente. «Siamo un po’ preoccupati che le aziende più grandi lancino prodotti che non sono pronti. I maggiori problemi sono disorientamento e cinetosi. Stiamo incoraggiando le grandi aziende a non distribuire un prodotto prima che sia pronto».