L’editoria online trova la sua fonte di finanziamento innanzitutto nelle inserzioni pubblicitarie. Accompagnare articoli e contenuti con banner e spot di prodotti o servizi è il mezzo più utilizzato da chi gestisce un sito Web, oppure un blog, un canale attraverso il quale assicurarsi gli introiti necessari per portare avanti il proprio lavoro. C’è poi chi ha scelto di trincerare le proprie pagine dietro ai cosiddetti paywall, ovvero proponendo una sottoscrizione a pagamento.
Il gruppo di Mountain View propone oggi una terza strada, con il lancio del programma Google Contributor. Per descrivere l’iniziativa è possibile ricorrere ad un paragone con le piattaforme di crowd funding (Kickstarter, Indiegogo ecc.), che permettono ad un progetto di raccogliere fondi grazie alla solidarietà e all’interesse dei propri sostenitori. In altre parole, chi è solito leggere e consultare i contenuti di un sito può finanziarlo mettendo mano al portafogli e offrendo da 1 a 3 dollari ogni mese. Se la cifra raggiunta complessivamente è quella stabilita dal gestore, tutte le pubblicità spariranno dalle pagine del portale: al loro posto verrà mostrato un messaggio di ringraziamento.
A rendere il progetto particolarmente interessante è il fatto che a proporlo è Google, ovvero la realtà che più di ogni altra ha fondato il proprio business sull’advertising online. Come spesso accade con le novità di bigG, anche per Contributor il rollout è graduale, almeno in questa prima fase, così da poter verificare innanzitutto se ci sono possibilità di sviluppo e crescita per un modello di finanziamento relativamente nuovo. Per entrare a far parte di coloro che adottano questa nuova forma di finanziamento è necessario richiedere un invito. Tra chi ha già aderito all’iniziativa anche Mashable, ScienceDaily, imgur, Urban Dictionary e The Onion.