Apple avrebbe fatto in modo di cancellare la musica degli store rivali dagli iPod. È questa la sorprendente rivelazione che arriva dal dibattimento in corso negli USA, dove la società di Cupertino è chiamata a spiegare le pratiche commerciali scelte per spingere iTunes Store una decina di anni fa. L’indiscrezione proviene dal The Wall Street Journal e sta già alimentando fitte polemiche, sebbene al momento si tratti semplicemente di un’accusa e non di un fatto comprovato.
Stando a quanto riportato dalle testate a stelle e strisce, Apple sarebbe responsabile della cancellazione immotivata di brani esterni a iTunes Store, una pratica che si sarebbe protratta dal 2007 al 2009.
Secondo l’avvocato dell’accusa Patrick Coughlin, un utente si sarebbe imbattuto nell’impossibilità di sincronizzare i propri brani sull’iPod in suo possesso, poiché acquistati tramite servizi concorrenti a quelli di Cupertino. Nel tentativo di trasferirli sul lettore musicale, infatti, sembra che un non meglio definito messaggio d’errore abbia reso l’operazione impossibile, costringendo quindi il proprietario a ripristinare le impostazioni di fabbrica del dispositivo.
Secondo la difesa, invece, l’eventuale errore si sarebbe verificato per questioni del tutto legittime, ovvero proteggere l’utenza da contenuti malevoli. Una giustificazione che gli esperti giudicano fin troppo debole, poiché i brani contestati non sarebbero stati scaricati dal P2P o da siti pirata, bensì da servizi del tutto legittimi: le probabilità fossero infetti sarebbero state assai remote.
Il contenzioso tra Apple e i rivali in merito ad iPod e iTunes Store ha radici a ben 10 anni fa, sebbene solo ora si sia passati al giudizio delle corti. Il tutto nascerebbe dai sistemi DRM a cui la Mela ha fatto ricorso fino alla metà degli anni 2000, per poi abbandonarli completamente a partire dal 2009, accusati di aver limitato l’espansione della concorrenza. Nella giornata di ieri, sono state mostrate in aula delle vecchie deposizioni di Steve Jobs, in particolare dedicate alla lotta al competitor storico RealNetworks. Come andrà a finire la causa, tuttavia, è ancora prematuro per saperlo.