Il recente attacco cracker nei confronti di Sony Pictures, da parte di un gruppo di pirati informatici chiamato #GOP, rappresenta ancora oggi un grosso problema per l’azienda. Gli aggressori avrebbero utilizzato, per l’attacco, il malware chiamato Destover che si pensa essere stato sviluppato in Corea e che si caratterizza per la possibilità di andare a disabilitare completamente i dischi fissi, rendendo così completamente inutilizzabili i computer infettati. Ma la cosa peggiore, che sta preoccupando molto Sony, è che il gruppo di cracker che ha colpito l’azienda ha diffuso in rete moltissimi dati e documenti rubati contenenti le password aziendali, gli stipendi dei dipendenti e degli ex dipendenti, i numeri della previdenza sociale, indirizzi, numeri di telefono e tanto altro. E tra i dati trafugati, anche quelli di personaggi famosi come Sylvester Stallone.
Tutti questi problemi, secondo alcuni dipendenti di Sony, si sarebbero potuti anche evitare se il team che si occupa della sicurezza avesse lavorato adeguatamente e non ignorando i report sulle vulnerabilità dei sistemi. Tuttavia non è comunque certo che la società avrebbe potuto davvero arginare l’attacco, in quanto il malware utilizzato era così potente che l’FBI ha dovuto diramare un avviso di allerta per tutte le società americane dopo il giorno del Ringraziamento. Sebbene il bollettino dell’FBI non sia entrato nei dettagli, aziende specializzate nella sicurezza informatica come Trend Micro e Kaspersky hanno sottolineato come il malware utilizzato per l’attacco a Sony funziona similmente ad un vecchio malware adoperato per colpire alcune aziende in Arabia ed in Sud Corea.
Sony Pictures ha anche sospettato che dietro a questi attacchi ci possa essere stato il Nord Corea, ma il Governo del Paese ha seccamente negato l’ipotesi. Questi i fatti, ma per Sony Pictures i guai potrebbero non essere finiti. #GOP, il gruppo dei cracker, ha infatti dichiarato di possedere enormi quantità di dati sensibili dell’azienda che saranno pronti a condividere pubblicamente se la società non accetterà alcune loro, peraltro vaghe, richieste di uguaglianza.
I dati sino ad oggi condivisi potrebbero dunque essere solo la punta dell’iceberg di un’enorme quantità di documenti riservati che se condivisi potrebbero causare molti problemi. E purtroppo per Sony, la risoluzione dei guai sembra essere ancora molto lontana.