Non si può dire che l’universo della smart home non sia in deciso fermento. Tutti gli analisti sono concordi nell’affermare che il 2015 sarà l’anno delle case intelligenti, tra scommesse su lampadine intelligenti, rilevatori di fumo, strumenti per la cucina e l’energia. Eppure potrebbe essere un altro l’ambito di punta delle abitazioni smart, un ambito che starebbe già solleticando tutti i produttori mondiali: quello della salute o, come sarebbe meglio dire, della “telesalute”. Di che si tratta?
L’argomento è emerso con una certa predominanza durante il recente Z-Wave Alliance Fall Summit, un incontro degli oltre 300 produttori che utilizzano l’omonimo standard per la comunicazione senza fili e il cosiddetto “internet delle cose”. Durante il summit, diversi produttori hanno sottolineato l’importanza del settore medicale all’interno delle case, anche perché quello della smart home è un mercato che si rivolge anche e soprattutto a fasce adulte di pubblico, quindi più inclini per questioni anagrafiche a soffrire di problemi fisiologici.
Qualche timida apparizione nei negozi la si è già vista nel corso del 2014, come con i rilevatori intelligenti di monossido di carbonio o i tanti device wearable in grado di misurare alcuni parametri biometrici dell’utente, dalla pressione sanguigna alla temperatura, passando per la frequenza cardiaca e molto altro ancora. In un futuro non troppo remoto, però, potrebbero essere ben altri i dispositivi a prova di paziente e medico.
Tra le idee più innovative, dei sistemi di videoconferenza tra medico e paziente, strumenti di monitoraggio da remoto di alcuni parametri vitali, somministrazioni personalizzate e giornaliere di insulina per diabetici a seconda dei livelli di glucosio nel sangue, tecnologie di teleassistenza e soccorso immediato per gli anziani, controlli remoti del funzionamento di bypass e altri dispositivi salvavita: la lista è pressoché infinita. Molte di queste categorie esistono già come prodotti da indossare, ma la loro scomodità ne rende difficile l’adozione da parte dell’utente. Integrandoli nella casa, ad esempio con monitor biometrici incorporati nel letto o apposite piastre su cui poggiare la mano per effettuare una scansione delle proprie condizioni, si abbatterà la naturale diffidenza del pubblico e se ne innalzerà la sicurezza. Il tutto con un occhio di riguardo alla privacy: sarebbero già al vaglio delle forme di comunicazioni blindate affinché le informazioni sull’utente, in tutto e per tutto dei dati sensibili, possano transitare dalla casa agli studi medici lontano da occhi indiscreti.
Difficile, però, che gran parte di queste idee vengano realizzate già dal 2015, anche se qualche progetto è già al via. Un esempio? L’anno in arrivo potrebbe essere quello di cyclette e tapis roulant interattivi, sempre collegati con medici e trainer per il controllo del perfetto allenamento.