Anche l’industria tradizionale dell’orologio svizzero potrebbe fare il grande passo verso gli smartwatch. La conferma giunge da TAG Heuer (gruppo LVMH), che ha fatto trapelare i propri piani nel settore per valutare le reali potenzialità del comparto e le reali opportunità dell’azienda in questa direzione. Trattasi anzitutto di un cambio repentino di mentalità: così come il mondo del lusso finora ha preferito allontanare gli spettri della tecnologia, ora sembra invece volerne abbracciare le fibrillazioni, carpendone probabilmente un qualche appiglio per far proprio un mercato in attesa di esplodere.
La sensazione è che TAG Heuer non voglia compiere lo stesso errore che hanno compiuto ad esempio i vecchi produttori di telefonini i quali, seduti sugli allori di un mercato ormai solido, non hanno capito al volo la rivoluzione dettata dagli smartphone: prima che l’onda lunga arrivi cambiando le regole del gioco, TAG Heuer vuole insomma tastare il terreno, valutare l’impatto potenziale che gli smartwatch potranno avere sull’immagine collettiva dell’orologio da polso e capire cosa fare, in anticipo sui cambiamenti di mercato.
L’azienda ha rivelato ai microfoni Reuters di aver iniziato i propri progetti da 4 mesi circa: una serie di partnership già nel cassetto, qualche acquisizione tra i progetti futuri e soprattutto una serie di ricerche e valutazioni in fede allo spirito esplorativo intrapreso. Nessuna conferma circa il potenziale coinvolgimento di Google o Intel nel progetto: al momento l’azienda ha reso pubbliche le proprie intenzioni, ma non le modalità attraverso cui le finalità saranno perseguite.
Di fatto non è nemmeno detto in termini assoluti che TAG Heuer arrivi realmente a portare sul mercato uno smartwatch: il gruppo fa sapere attraverso il responsabile Jean-Claude Biver di non avere piani certi in tal senso, poiché deciderà il da farsi soltanto dopo aver valutato cosa ha realmente in mano: se si tratterà di un prodotto «diverso e unico» allora sarà intrapresa la strada del mercato, altrimenti i progetti rimarranno nel cassetto in attesa di vedere più da vicino l’impatto di Apple Watch e similari negli anni a venire.
Orologi, lusso, innovazione
Una ricerca Saatchi&Saatchi ha ben dipinto i cambiamenti che il mondo del lusso sta per affrontare: «In base all’esperienza che abbiamo acquisito lavorando per brand di lusso e non abbiamo notato che ci sono alcuni cambiamenti di paradigmi di cui le marche di lusso potrebbero beneficiare nelle loro future strategie di espansione. […] Oggi, è forse il mondo del lusso a poter trarre qualche elemento di ispirazione dai FMCG-Fast Moving Consumer Goods (beni di largo consumo). Sono loro che da qualche anno hanno aderito con entusiasmo all’inarrestabile passaggio dalla cosiddetta Attention Economy alla Participation Economy, creando un rapporto quotidiano e continuativo con i propri clienti, facilitato dalle tecnologie in continua evoluzione». Le scelte di TAG Heuer sul mondo degli smartwatch potrebbe insomma andare oltre la sola attenzione sul prodotto: c’è da stabilire un nuovo rapporto con i clienti, perché il mercato potrebbe farsi più liquido ed imprevedibile, aprendo a scenari nuovi sui quali sarebbe pericoloso farsi trovare impreparati.