Grazie all’ingegno italiano, Samantha Cristoforetti e i suoi colleghi astronauti possono finalmente gustare un caffè espresso sulla Stazione Spaziale Internazionale. La ISSpresso però pompa l’ottima bevanda all’interno di un contenitore di plastica, dal quale è possibile bere con una cannuccia. La Portland State University vuole invece trovare la soluzione definitiva al problema, ovvero come bere il caffè da una tazza nello spazio.
In assenza di gravità, i fluidi hanno un comportamento totalmente diverso da quello sulla Terra. Essi infatti assumono una forma globulare dovuta alla tensione superficiale e tendono ad “incollarsi” al recipiente come una gelatina. Un’azione molto banale, come bere un caffè o altri liquidi nello spazio, è praticamente impossibile senza forza di gravità. Ecco perché gli astronauti devono usare contenitori di plastica e cannucce. L’alternativa è inseguire il fluido a bocca aperta, operazione eseguita diverse volte dagli astronauti, a scopo dimostrativo.
I ricercatori della Portland State University hanno progettato una tazza (in realtà somiglia ad una brocca) che incanala il caffè lungo un contorno calcolato con precisione per sfruttare le forze capillari, obbligandolo ad uscire dalla tazza. La forma del contenitore può passivamente guidare il fluido verso la locazione desiderata, senza usare pompe, forza centrifuga e cannucce. La capillarità è l’abilità di un fluido liquido di scorrere in assenza di forze esterne, come la gravità.
La NASA è molto interessata agli studi dell’università. Sei tazze stampate in 3D verranno portate a bordo della ISS dal razzo SpaceX Dragon. La missione di rifornimento è programmata per febbraio 2015.