Iva ridotta al 4% per i libri elettronici dal 1° gennaio: così è stato deciso in legge di Stabilità. Quando però nei primi giorni dell’anno non si è notata alcuna variazione immediata dei prezzi si è scatenata la protesta dei lettori, ma era solo questione di tornare dalle vacanze e rivedere i prezzi di listino. Ora gli ebook si stanno effettivamente adeguando alla cifra-soglia di 9,99 euro; in un certo senso la profezia di Jeff Bezos.
L’equiparazione della tassazione degli ebook, prima al 22%, a quella degli omologhi cartacei è stata la vittoria dell’AIE e del ministro Dario Franceschini, che ha di fatto sfidato l’Europa e l’Ecofin invitando il Parlamento a votare il provvedimento. Esattamente come accaduto, ma in senso contrario, con il costo della applicazioni dovuto alla nuova Iva europea sui prodotti digitali, anche per gli ebook gli effetti si notano soltanto da poche ore. Mondadori ha abbassato i prezzi in media del 12% con un massimo di 9,90 euro per libro; Rcs sconta 200 titoli; molti altri editori stanno seguendo il passo.
#unlibroèunlibro è realtà! Gli ultimi romanzi #ebook di AndreaVitali da 9,99 a 8,99 e di Sara Rattaro da 9,99 a 7,99! pic.twitter.com/vGdE2z6dpe
— Garzanti Libri (@garzantilibri) January 9, 2015
Ricordate #unlibroeunlibro? Ricordate che ce l'avevamo fatta? Prime conseguenze: Il mio cuore cattivo da 9,99 a 7,99 Silver da 9,99 a 8,99
— Corbaccio (@LibriCorbaccio) January 9, 2015
Da lunedì 12 gennaio abbassiamo i prezzi dei nostri #eBook! Costeranno il 30% in meno rispetto alla versione cartacea #unlibroeunlibro
— FrancoAngeli (@AngeliEdizioni) January 9, 2015
#unlibroèunlibro è realtà: abbassamento medio del 12% sulle novità del gruppo Mondadori e prezzo massimo 9,99 € #ebook @unlibroeunlibro
— Mondadori (@mondadori) January 8, 2015
Il paradosso della tassazione
Quello che molti non sanno è che in realtà la stragrande maggioranza degli ebook è acquistata sulle grandi piattaforme. Fino al 31 dicembre 2014, infatti, la normativa comunitaria prevedeva che l’imposta si pagasse a seconda del paese di provenienza del fornitore del servizio, ossia del proprietario del portale da cui si acquistava l’ebook. Su Amazon, per esempio (ma non solo), si pagava l’aliquota del Lussemburgo, il 3%, mentre sui portali italiani, gli store locali, che hanno una quota molto minore rispetto a quelli internazionali, il 22%.
Questo significa che in realtà l’abbassamento reale per gli editori è di qualche punto percentuale, non del 18%, mentre sarebbe cambiato molto nel caso l’Iva fosse rimasta al 22%: in quel caso gli editori italiani avrebbero visto impennarsi l’imposta sui portali delle web company; invece per i colossi come Amazon, Apple l’Iva è aumentata, passando dal 3 al 4%, al contrario per i portali italiani è effettivamente diminuita.
Questo però non cambia molto per un colosso come Amazon, che guarda soddisfatto ad almeno due fattori positivi: l’ampliamento del mercato degli ebook (la speranza del comparto è passare da un misero 4% ad almeno il 10% del fatturato complessivo librario in Italia dopo questo passaggio) e soprattutto la coerenza con un principio storico della società di Seattle, così spiegato dal quartier generale americano già molto tempo fa:
Gli ebook hanno prezzi altamente elastici. Quando il prezzo scende, i clienti acquistano molto di più. Abbiamo quantificato l’elasticità del prezzo da misurazioni ripetute su molti titoli. Per ogni copia di un ebook venduto a 14,99 dollari, se ne venderebbero 1,74 copie al prezzo di 9.99 dollari. Così, per esempio, si avrebbero clienti per 100.000 copie di un particolare ebook a 14,99 dollari, e 74 mila clienti in più dello stesso ebook a 9,99 dollari. I ricavi totali a 14,99 dollari sarebbero 1.499 mila dollari. I ricavi totali a 9,99 dollari sono 1.738 mila dollari. Il prezzo più basso è buono per tutte le parti coinvolte: il cliente paga il 33% in meno, l’autore prende maggiori diritti per il 16% e viene letto da un pubblico che è il 74% più grande. La torta è semplicemente più grande per tutti.
Come funziona e cosa comporta per l’erario
La nuova Iva prevede che ogni libro dotato di ISBN (anche alcuni selfpublishing hanno questo codice, che diventa dirimente) paghi l’imposta sul valore aggiunto al 4%. Il meccanismo prevede che l’editore quando comunica l’ISBN – la stringa che identifica il libro – adegui il prezzo di copertina. Ovviamente gli editori avranno il loro bel daffare, perché sulle novità è semplice mentre sul catalogo bisogna rivedere la scheda ISBN.
Per questa ragione al momento si notano abbassamenti di prezzo su una serie di titoli, sulle novità, con l’intervento di scelta dell’editore: ci vorrà del tempo per notare i prezzi bassi di tutti gli ebook in catalogo, considerando anche la forte esposizione dei titoli più venduti.
La copertura finanziaria degli oneri derivanti da questa Iva al 4% è stata calcolata in 7,2 milioni di euro e garantita riducendo il fondo FISPE, così da compensare il mancato gettito fiscale per le casse dello stato.