Reduce dall’acquisizione da parte di Amazon (per 970 milioni di dollari) risalente all’estate scorsa, Twitch annuncia due novità che potrebbero in qualche modo modificare la natura della piattaforma. Si tratta della possibilità di aggiungere brani musicali ai filmati di gameplay trasmessi, in diretta streaming o come registrazioni. Inoltre, il servizio apre al mondo dei musicisti, offrendo una vetrina online per la condivisione delle proprie opere.
L’introduzione di Music Library segue la decisione, presa lo scorso anno, di rendere del tutto muti i video contenenti tracce audio coperte da diritto d’autore. Una mossa quasi obbligata per non inciampare in potenziali violazioni di copyright, per la quale Twitch utilizza un algoritmo di riconoscimento automatico in grado di analizzare le clip alla ricerca delle canzoni. Grazie alla nuova iniziativa, chi trasmette può scegliere da un catalogo di brani messi a disposizione gratuitamente, al momento quasi tutti appartenenti al genere elettronico. In futuro è comunque previsto l’ampliamento del database con l’inclusione di altre categorie, così da soddisfare tutti i gusti.
L’altra novità si chiama Music Category e, come detto in apertura, è dedicata ai musicisti. Un progetto che ha ben poco a che fare con l’ambito a cui è da sempre associata la piattaforma, che testimonia la volontà di espandere il proprio raggio d’azione. Questo dovrebbe portare sul servizio concerti live e videoclip delle canzoni, caricati direttamente da chi ne detiene i diritti. Alcuni musicisti sono già attivi con un proprio profilo, dedicato però principalmente alla condivisione del gameplay, come nel caso di Deadmau5, Steve Aoki, Porter Robinson e Fred Durst dei Limp Bizkit. Per un numero ristretto di utenti è stato attivato anche l’accesso ad una sorta di radio in streaming, che al momento vede però disponibile un solo show, il Monstercat FM 24-hour.
Sotto la guida di Amazon, Twitch potrebbe dunque intraprendere un nuovo percorso, continuando ad offrire una piattaforma per lo streaming agli appassionati di videogiochi, ma abbracciando al tempo stesso il mercato della musica digitale, magari con un occhio di riguardo per l’universo degli artisti indipendenti che spesso si è trovato in disaccordo con le politiche attuate da giganti del mondo online come YouTube.