Il 5 e 6 giugno 2015 andranno in scena le finali del DARPA Robotics Challenge, contest organizzato dall’agenzia statunitense per sfruttare le tecnologie e le innovazioni offerte dall’ambito della robotica come strumenti a cui ricorrere nelle situazioni di emergenza. In altre parole, l’obiettivo è quello di arrivare alla realizzazione di un robot in grado di intervenire laddove impossibile o troppo pericoloso per l’uomo, ad esempio in seguito ad una catastrofe naturale o in altre circostanze critiche.
Parte dei team che parteciperanno al concorso utilizzeranno Atlas come piattaforma base per superare le sfide proposte. Si tratta di un robot messo a punto da Boston Dynamics, società acquisita a fine 2013 da Google, di cui oggi viene presentata la nuova versione, migliorata sotto ogni aspetto. Alto 1,88 metri e pesante 156,5 Kg, l’automa integra ora una batteria interna da 3,7 kWh che gli permette di operare in modalità wireless, ovvero controllato da remoto. Inoltre, sono stati impiegati materiali più leggeri per aumentare sia l’autonomia che l’agilità degli arti equipaggiati, due caratteristiche di fondamentale importanza se si tiene in considerazione lo scopo finale del progetto.
Rispetto al predecessore, nel nuovo Atlas sono state riposizionate sia le spalle che le braccia, così da incrementare lo spazio di lavoro raggiungibile dalle mani durante il movimento. Ancora, l’integrazione di quello che può essere definito un vero e proprio “polso girevole" permette di compiere operazioni come l’apertura di una porta senza l’obbligo di ruotare tutto il braccio. Gli attuatori presenti nelle anche, nel collo e nella schiena sono stati poi ridimensionati, in modo da offrire una maggiore potenza quando necessario.
L’intenzione di DARPA è quella di stimolare la fantasia e la creatività di ingegneri e sviluppatori, per arrivare un giorno alla realizzazione di un robot efficiente e affidabile da impiegare soprattutto nelle operazioni di soccorso. Per capire quanto sia severo il regolamento del contest, è sufficiente pensare che durante le prove verranno simulate persino le interruzioni del segnale che terrà in contatto l’automa con l’operatore, proprio come potrebbe accadere in occasione di un’emergenza. Inoltre, una volta iniziato il test nessuno potrà intervenire manualmente per correggere un comportamento anomalo o una caduta, spingendo così i team partecipanti a prendere in considerazione ogni possibile rischio connesso al controllo da remoto.