La nebbia attorno a VeryBello, contestatissimo sito del Ministero dei Beni Culturali per l’Expo, comincia a diradarsi. Se non altro, ora si conoscono metodo di affidamento e costi reali del progetto, che sono quelli anticipati ieri: circa 40 mila euro. Il Mibact non ha però fornito spiegazioni, è stato il ministro Dario Franceschini a darle tramite le pagine di un giornale. Meglio di niente.
A proposito del rapporto con Italia.it, degli errori del sito, dell’affidamento e dei costi, il ministro Franceschini ha risposto all’avvocato Guido Scorza sulle pagine del FattoQuotidiano. Una scelta tipicamente all’italiana, che invece di comunicare ufficialmente tramite l’ufficio stampa del ministero – impegnato in una lunga riunione, stamani: chissà che non c’entri anche VeryBello – privilegia un giornale soltanto (magari quello più aggressivo) usandolo come fosse un’agenzia. Se il metodo lascia un po’ a desiderare, le risposte sono effettivamente quelle attese e francamente obbligate.
#verybello @dariofrance ha risposto alle mie domande di ieri http://t.co/7WXJpoplJR #verygrazie! Resta quella di oggi http://t.co/J8oeWoBqBU
— Guido Scorza (@guidoscorza) January 26, 2015
Dario Franceschini ha in sostanza rivelato che:
- Italia.it e l’Enit non sono escluse da VeryBello.it, anzi a loro è affidata una futura collaborazione e anche gestione interna;
- VeryBello è costato 35 mila euro + iva. Il bando di concorso indetto dal ministero si è rivolto ai fornitori della pubblica amministrazione inseriti nel Mepa. Un elenco già pronto;
- Il dominio verrà trasferito all’ente pubblico;
- Da febbraio il sito sarà pronto nelle versioni in inglese, russo, cinese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese.
Il pasticcio di VeryBello
Le spiegazioni del ministro sono certamente gradite e hanno il merito di aver chiarito almeno gli aspetti legati alla trasparenza. Senza il ministro sarebbe stato quasi impossibile per un cittadino trovare il contratto che lega il ministero alla LolaEtLabora srl, la web agency che ha concretamente realizzato il sito. Il contratto si trova cliccando su “Amministrazione Trasparente” – “Bandi di gara e contratti”, poi nelle sezione contratti si deve fare una ricerca su quelli della “Direzione generale per le politiche del Turismo”. Un pelo nell’uovo.
La lettura del contratto chiarisce anche il motivo per cui è stato così difficile sapere, tra sabato e domenica, tutto quanto incuriosiva a proposito di questo sito: la procedura di selezione, considerando la cifra bassa, non prevede alcun avviso di informazione e di pubblicazione dei risultati. Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio. Questa Piattaforma tecnologica per fruizione intelligente degli eventi in italia durante expo 2015, utilizzabile anche su devices mobili continua a presentare molti problemi, anche dal punto di vista del rispetto della legge sul copyright oltre che della privacy. C’è poi un difetto congenito, che però non dipende dal sito, dovuto alla scarsa qualità dei link alle varie sezioni locali degli eventi aggregati.
Il pasticcio resta un pasticcio, probabilmente nessuno riuscirà a salvare il progetto o a renderlo veramente all’altezza. Se si comincia ad allacciarsi la camicia dal bottone sbagliato finisce in un modo soltanto.