Le stampanti 3D permettono di creare qualsiasi oggetto, utilizzando varie tipologie di materiali. Le possibilità offerte da queste nuove periferiche vengono oggi sfruttate anche in medicina. Un gruppo di scienziati del Feinstein Institute for Medical Research ha usato una MakerBot Replicator 2X per produrre cartilagine destinata alla riparazione o alla sostituzione della trachea.
I danni alla trachea possono essere causati da tumori, traumi contusivi, intubazione e altri tipi di lesioni. Esistono almeno due tecniche tradizionali per riparare una trachea danneggiata, ma non garantiscono la massima affidabilità, a causa della forma e della delicatezza del condotto che porta l’aria ai polmoni. Usando un filamento PLA (acido polilattico, materiale biodegradabile derivato dall’amido di mais), gli scienziati del centro di ricerca californiano hanno realizzato un sostegno sul quale sono cresciute le cellule del tessuto cartilagineo della trachea.
Per ottenere questo strabiliante risultato sono state combinate due tecnologie emergenti, la stampa 3D e l’ingegneria dei tessuti. Con una versione modificata della MakerBot Replicator 2X è stato creato un sostegno in PLA, coperto successivamente da un mix di condrociti e collagene. In meno di due ore è stato prodotto una tratto di trachea lungo circa 5 centimetri, inserito poi in un bioreattore, necessario per la crescita delle cellule.
Le attuali stampanti biologiche hanno un costo superiore ai 180.000 dollari, mentre la MakerBot Replicator 2X costa solo 2.500 dollari. Il calore dell’estrusore sterilizza il filamento PLA durante la stampa, quindi non è necessario acquistare un materiale specifico per uso medico. La stampa 3D può essere utilizzata per creare differenti parti del corpo umano. MakerBot ha avviato i test con un filamento in carbonato di calcio e ferro che potrebbe essere impiegato per stampare le ossa.