Il Samsung Galaxy S6, annunciato al Mobile World Congress di Barcellona, è il primo smartphone della serie realizzato in alluminio e vetro. Il produttore coreano ha adottato un nuovo processo produttivo non solo per offrire agli utenti un dispositivo di qualità superiore, ma anche per distinguersi dalla concorrenza. Samsung ha quindi sfidato i limiti e i vincoli della tecnologia mobile.
Le nuove tecniche costruttive hanno permesso all’azienda di produrre il display curvo del Galaxy S6 edge. La tecnologia utilizzata, denominata 3D Thermoforming, prevede l’inserimento del vetro tra due stampi e il successivo riscaldamento della superficie fino ad una temperatura di 800 gradi. Il vetro viene quindi pressato per ottenere la forma curva e tagliato da una macchina a controllo numerico. Il processo produttivo richiede numerosi passi, inclusa la lucidatura delle parti posteriori, anteriori e laterali del vetro.
Per realizzare la cover posteriore, Samsung ha impiegato un processo denominato nano-thin multi-coating, con il quale viene aggiunto un rivestimento composto da multipli strati di dimensione nanometrica che permette di ottenere una superficie riflettente colorata.
Il telaio del Galaxy S6 (visibile nell’immagine in alto) è stato realizzato con alluminio 6013, usato tipicamente per le fusoliere degli aerei, automobili, yacht e mountain bike. Questo materiale è 1,5 volte più forte e 1,2 volte più resistente ai graffi dell’alluminio 6063 usato dagli altri smartphone. Il processo completo richiede oltre 20 passi, tra cui estrusione, stampa, taglio e anodizzazione. Durante la presentazione, il CEO Samsung ha ironicamente affermato che il Galaxy S6 non si piega, come l’iPhone 6 Plus.
Dato che il metallo può ridurre le prestazioni dell’antenna, il produttore coreano ha utilizzato una saldatura ad ultrasuoni che, tra l’altro, offre una maggiore resistenza agli urti. Prima di uscire dalla fabbrica, gli smartphone devono infine superare rigidi test e controlli di qualità.