La politica fiscale di Francia e Lussemburgo è contro le regole della concorrenza. La sentenza della Corte di giustizia europea ha messo una pietra tombale sull’Iva ribassata di questi due paesi, i primi ad aver sfidato la disparità di trattamento tra libri cartacei ed elettronici. La reazione è clamorosa: per la prima volta una lettera aperta alla Commissione viene firmata da tutti i rappresentanti internazionali di editori, scrittori e librai. E il presidente del parlamento, Martin Schulz, dà loro ragione.
La sentenza della Corte europea era attesa. Da sempre la Commissione Europea e gli organismi giudiziari fin qui interpellati ritengono che l’ebook sia un servizio e non un bene fisico equiparabile al libro cartaceo, dunque escluso dagli sconti. Dunque, salvo casi eccezionali, non è possibile applicare Iva inferiore a quella applicata nei paesi per i servizi. Ovviamente, essendo quella italiana appena approvata del 4% (un punto inferiore al minimo considerato dalle norme e ben 18 punti meno di quella precedente), l’Italia è virtualmente in infrazione.
La lettera aperta
In risposta alla sentenza della Corte è stata inoltrata una lettera degli editori italiani e delle altre associazioni europee e internazionali. La lettera aperta a Junker, al presidente del Parlamento europeo Schulz e al presidente del Consiglio europeo Tusk, chiede di intervenire sulla direttiva comunitaria per eliminare la stortura che penalizza lo sviluppo del libro e della lettura nell’intero continente. Un testo proposto dalla Federazione degli Editori Europei (FEP), dalla Federazione delle associazioni europee degli scrittori (EWC) e dalla Federazione europea e internazionale dei librai (EIBF), sottoscritto in Italia dal presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo, che così scrive nel documento e commenta l’iniziativa, unica nel suo genere:
Siamo fermamente convinti che il valore di un libro non dipenda dal suo formato o dal modo in cui i lettori vi accedano. Per questo sollecitiamo la UE ad agire rapidamente per modificare la legislazione in materia, per consentirne l’adeguamento al progresso tecnologico e per rimuovere un serio ostacolo allo sviluppo del mercato ebook. Un’iniziativa della Commissione in questa direzione si inserirebbe nel suo programma di lavoro in cui si afferma che “le barriere al digitale sono barriere all’occupazione, alla crescita e al progresso”.
Una prima reazione, e molto interessante, viene da uno degli interpellati, Martin Schulz, che ha commentato via Twitter sollecitando la Commissione Europea. Un’altra occasione di scontro fra Bruxelles e Strasburgo, come nel caso della neutralità della rete?
Le industrie creative e culturali hanno bisogno del nostro sostegno, ora la sentenza sugli ebook deve essere tempestivamente affrontata.
#EU creative & cultural industries need our support–today's judgement on e-books must be promptly addressed by COM http://t.co/7a9WOToUOw
— Martin Schulz (@MartinSchulz) March 5, 2015
Aggiornamento: La Commissione Europea risponde
La portavoce dell’esecutivo Ue su Tasse e dogane, Vanessa Mock, dopo la sentenza della Corte Ue sull’Iva ridotta sugli ebook e la lettera aperta degli editori parla di un intervento entro la fine dell’anno:
La Commissione Ue apprezza che gli Stati membri possano voler inserire la cultura tra le priorità della loro politica fiscale. Deve essere fatto nel quadro normativo comunitario. Per questo motivo la Commissione intende affrontare la questione con un’ampia revisione del sistema Iva, ora in preparazione. Speriamo di essere in grado di comunicare su questo nel prossimo anno.