«Esplorare il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro». Questo è il motto di Periscope, azienda acquisita da Twitter all’inizio di gennaio per 100 milioni di dollari. Il team composto da 10 persone ha sviluppato l’omonima app per iOS che permette di trasmettere tutto ciò che succede in diretta. Il live streaming può essere visto sull’iPhone o sul web dai follower (la versione per Android è in sviluppo).
Oggi è possibile usare lo smartphone per condividere foto e video. In entrambi i casi, però, l’esperienza dello spettatore non è veramente “immersiva”. La stessa Twitter offre Vine, ma i sei secondi di video in loop non sono sufficienti per catturare tutto ciò che succede intorno all’utente. Negli ultimi giorni è diventata molto popolare un’altra app con funzionalità simili. Il suo nome è Meerkat. Periscope ha tuttavia un vantaggio rispetto al diretto concorrente: i video possono essere visti anche in seguito, grazie alla funzione Replay. Quando l’utente clicca sui feed di Meerkat, spesso si accorge che lo stream è terminato.
All’avvio di Periscope è necessario effettuare il login con le credenziali di Twitter. Viene quindi mostrato un elenco di live stream e gli stream più recenti, molti dei quali possono essere rivisti (è possibile impedire il replay con un singolo tocco). L’utente può invitare i follower a seguire lo stream in diretta e i follower ricevono una notifica quando inizia il live. Il rischio però è quello di essere sommersi dalle notifiche (se non vengono disattivate), almeno finché non verrà aggiunto un controllo più granulare.
La condivisione del link su Twitter può essere pubblica (tutti i follower) oppure privata. Nel secondo caso, l’app permette di scegliere i follower che possono seguire lo stream. Gli “spettatori” possono esprimere il loro gradimento per un video, utilizzando i cuori, che verranno mostrati quando l’utente tocca lo schermo.
Per utilizzare Periscope è necessaria una buona connessione. L’app adatta comunque la qualità dei video in base alla rete usata dall’utente, riducendo al minimo la latenza.