Tim Cook taglia un nuovo traguardo. Il CEO di Apple, alla guida di un’azienda record durante lo scorso 2014, è infatti stato nominato “World’s Greatest Leader” dalla testata statunitense Fortune. Cook si aggiudica l’ambito titolo, quello del più grande leader del Pianeta, battendo una concorrenza davvero agguerrita: supera il governatore della BCE Mario Draghi, fermo al secondo posto, ma anche personaggi come Papa Francesco e il presidente cinese Xi Jinping.
La prima posizione, su ben 50 fra gli individui più influenti al mondo, deriverebbe dai successi raggiunti da Apple nell’era successiva a Steve Jobs. Non solo l’azienda ha saputo rimanere sulla cresta dell’onda, ma ha innovato con nuovi prodotti quali Apple Watch e Apple Pay, giungendo così a un 2014 dalle vendite record e dalle azioni in ascesa. Un traguardo guidato ampiamente da iPhone 6 e iPhone 6 Plus, degli smartphone che hanno dimostrato come anche Cupertino sappia cambiare rotta, con quegli schermi più grandi già da tempo in uso nell’universo Android. E, ancora, il coming out, l’impegno per i diritti umani, l’attenzione all’ambiente: Tim Cook è oggi molto più influente di qualsiasi personaggio politico mondiale.
In un lungo intervento, è la stessa Fortune a tratteggiare un interessante profilo del CEO. A partite dalle difficoltà di assumere un’eredità così importante come quella di Steve Jobs. Cook ne parla con nostalgia, spiegando come Jobs sia stato il cardine che ha permesso all’azienda di essere quella che tutt’oggi si conosce, poiché in grado di estrapolare dal suo team esecutivo il meglio. Eppure, nonostante l’impronta del co-fondatore, la forza dell’attuale dirigente è la capacità di aver seguito un percorso e un’impronta propria. Fortune lo sottolinea abbastanza chiaramente: Cook è più incline all’universo enterprise, è votato alla filantropia e alla responsabilità sociale dell’azienda, condivide palchi e successi con tutto il team dirigenziale, accontenta e stupisce Wall Street con programmi di buyback quindi tornando ai dividendi.
In merito al recente coming out, invece, Cook ha specificato come il suo orientamento sessuale non sia mai stato un segreto, almeno con i colleghi in Apple. Eppure, pur non avendo mai parlato troppo della sua vita privata, il leader di Cupertino ha voluto confermare pubblicamente delle indiscrezioni circolate per diverso tempo, forse anche per attirare le attenzioni su temi profondi come quello dell’equità e della discriminazione, fra i più giovani ma anche a livello dirigenziale.
Nella lista, disponibile nel numero del primo aprile di Fortune, si trovano anche il Primo Ministro indiano Nerendra Modi, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg e addirittura la cantante Taylor Swift, colei che negli ultimi tempi sta giocando un ruolo strategico nelle politiche mondiali sullo streaming.