Una speranza concreta per chi ha problemi fisici, soprattutto riguardanti la deambulazione, arriva dai progetti legati alla realizzazione di esoscheletri, ovvero strutture applicate all’esterno del corpo con l’obiettivo di fornire una maggiore stabilità nei movimenti rendendoli al tempo stesso più facili da eseguire. Tra questi anche quello annunciato da due team di ricercatori del Carnegie Mellon e della North Carolina State.
Si tratta di un sistema passivo, ovvero che per il funzionamento non necessita di motori o batterie integrate. Un dettaglio non di poco conto, poiché garantisce un peso contenuto e sgombra il campo da potenziali problemi di autonomia. Tutto si basa su una frizione meccanica, che tende una molla ad ogni passo, quando il piede è appoggiato al suolo esercitando pressione, per poi rilasciarla una volta sollevato. L’energia cinetica generata è in questo modo sfruttata per rendere la camminata meno faticosa e più efficiente del 7% in condizioni normali, percentuale rilevata dai primi test. Ovviamente le cose potrebbero cambiare in caso di terreno sconnesso o in salita.
Al momento si tratta di un prototipo, ma i responsabili stanno già valutando l’ipotesi di realizzarne una versione commerciale, sia per l’impiego in ambito ortopedico e sanitario che sportivo, grazie alla partnership con un marchio di calzature. Il prezzo, una volta giunto sul mercato, sarà inferiore a quello di un tradizionale paio di stivali da sci, ma al momento non è dato a sapere quanto bisognerà attendere. Altri progetti simili sono stati messi in campo dalla NASA, che ha intenzione di trasformare il Robonaut 2 in una struttura per le riabilitazioni, e dal team Walk Again Project, che ha studiato il complesso sistema visto all’inaugurazione dei Mondiali di Calcio 2014 in Brasile.