In questi mesi la scuola Holden di Torino è stata teatro di diversi incontri che alla fine dell’anno scolastico porteranno ogni allievo a contribuire con qualche riga a un ideale racconto sul tema “Ma Amazon, in questa storia, è Babbo Natale o il lupo mannaro?”. Alessandro Baricco, preside e fondatore della scuola, ha rivelato durante il festival del giornalismo di Perugia di avere già una risposta: per lui Amazon è Babbo Natale. E così facendo prepara il terreno anche al proseguimento ideale del dibattito al 28° Salone del Libro che avrà luogo proprio a Torino nelle prossime settimane.
L’incontro sulle “vie dell’innovazione” tenutosi al teatro Morlacchi ha visto insieme sul palco, intervistati da Massimo Russo, il famoso scrittore autore di Seta e Novecento, Andrea Accomazzo, manager dell’Esa, uno degli uomini che hanno portato Rosetta su una cometa, e il vice presidente di Amazon, Diego Piacentini. Si è parlato di come si innova nella scienza, nell’impresa e nella creatività, cercando punti in comune e differenze, in una sequenza di risposte tripartite che presto sono diventate dialogo a tre sulle domande del moderatore in uno dei panel migliori finora visti al festival in questa edizione.
Baricco: se devo scegliere se Amazon è Babbo Natale o Lupo Mannaro, dico Babbo Natale ("anche se non regalano un cazzo") #ijf15
— Luca Sofri (@lucasofri) April 16, 2015
Tra i vari argomenti sollevati durante la serata (video) ha certamente colpito la fase finale accesa da Piacentini, che ha spiegato l’atteggiamento mentale della multinazionale rispetto al dibattito europeo e alla procedura contro Google, (l’azienda di Seattle è main sponsor e Google sponsor del festival) e la replica di Baricco, che è intervenuto con parole di eccezionale lucidità prima di arrivare a una conclusione che forse lo stesso Piacentini non si aspettava.
Baricco e i 400 scrittori
Baricco ha spiegato la scelta di salvare Amazon pur confermando l’opinione, piuttosto diffusa tra gli scrittori di fama, che la sua attività lasci delle macerie nel mondo dell’editoria. L’intuizione dello scrittore torinese è che Amazon non dedica al mondo degli scrittori la stessa attenzione che ha verso i clienti quando invece avrebbe molte ragioni per farlo:
Amazon pensa al business, non sono particolarmente attenti a ciò che distruggono perché sono concentrati su ciò che creano; sono convinti che quanto stanno costruendo è migliore e su questo non hanno una vera riflessione, sono molto istintivi. Amazon si deve vivere, abitare, con un livello di vigilanza superiore al loro.
Si può costruire la stessa quantità di mondo nuovo, in cui credi, distruggendo un po’ meno. Secondo Baricco gli innovatori per definizione uccidono, ma anche sapere cosa non ammazzare è importante:
Il loro customer care è incredibile, sono geniali, ma mentre fanno questo non rivolgono un millesimo della stessa attenzione per i veri makers di tutta questa storia; il mondo dei libri è un’enorme piramide rovesciata che poggia su un numero di persone di talento che saranno in questo momento non più di 400. Sono loro a muovere le energie, sono come il fuoco della fonderia. Il primo interesse di chi fa business sarebbe quello di mantenere un ecosistema, un habitat buono per questi 400.
Dal palco del festival di Perugia la proposta di Baricco per una ecologia dell’innovazione suggerita al vice presidente di Amazon:
Statisticamente i narratori che muovono il mondo sono pochi. L’attenzione su cosa in quel momento stai modificando nell’habitat che possa colpire quei 400 che per te sono essenziali dovrebbe essere molto alta, ma rispetto all’attenzione per qualsiasi cliente è nulla. Detto questo, per me è Babbo Natale, perché è una costellazione interessante, stimolante, che ci rende più smart, che non può che far bene all’editoria, che era un po’ addormentata.