Sebbene la loro sicurezza stia rapidamente aumentando, anche le auto a guida autonoma possono incorrere in incidenti. Nella fattispecie, i casi segnalati sarebbero stati quattro a partire dal mese di settembre, quando sulle strade della California sono iniziati i primi test autorizzati su strada, fino ad oggi. Nella metà dei casi, la guida era effettivamente affidata alla strumentazione di bordo del veicolo; in altri due casi alla guida v’era una persona; tre casi su quattro sono relativi agli esperimenti Google su veicoli Lexus, mentre quello restante coinvolge la Delphi Automotive.
I dati sarebbero arrivati al New York Times tramite una fonte anonima non autorizzata a svelare tali informazioni. Si tratta di numeri importanti, benché la loro interpretazione sia difficile da portare a termine con reale attendibilità a seguito dell’assenza di ogni altro dato relativo al contesto nel quale i test vengono realizzati e i dati raccolti. Il NYT sottolinea ad esempio come in media siano preventivati 0,3 incidenti ogni 100 miglia di strada (quello che potrebbe essere insomma una sorta di benchmark, mentre nel caso dei test a guida autonoma di Google si conterebbero tre incidenti su circa 140 mila miglia di prove. Quello che i dati non dicono, però, sono gli incidenti non denunciati (e tali quindi da aumentare la media degli incidenti di causa umana, nonché la diversità di condizioni tra i test e le normali percorrenze quotidiane.
Sebbene il confronto non possa essere effettuato, i numeri hanno il merito di aprire il dibattito sulle sperimentazioni in corso per verificare l’attuale stato dell’arte sul comparto. Se è vero che da più parti si danno le auto a guida autonoma come ormai vicine all’esordio sulle strade, al tempo stesso la performante strumentazione di bordo (telecamere, sensori, unità di elaborazione dati) non è ancora in grado di evitare del tutto i problemi. A tali problemi si aggiunge inoltre una legislazione ed una assistenza da parte delle assicurazioni non ancora pronte al grande salto, poiché la guida autonoma è una realtà ancora tutta da comprendere e da integrare con la mobilità tradizionale.
Alte aspettative
Le aspettative sono legate alla sicurezza delle auto a guida autonoma sono altissime. Questo perché la guida autonoma elimina per sua stessa definizione quello che è l’anello debole della mobilità su strada: l’elemento umano. La tecnologia è in grado di fotografare in modo molto più rapido e completo un contesto stradale, riuscendo a prevedere prima e meglio eventuali situazioni di pericolo. Se è vero che la complementarità dell’uomo sarà (almeno nella prima fase) necessaria al fine di rendere completa la sicurezza in ogni circostanza, per poter avere successo un veicolo a guida autonoma deve garantire standard eccezionalmente elevati su questo fronte.
I numeri trapelati sono dunque il ritmo che scandisce l’avvicinarsi all’obiettivo: la sicurezza della tecnologia e la possibilità di vederla regolarmente su strada saranno computate in buona parte al numero di incidenti per miglia percorse, oltre alle situazioni di pericolo grave o di danno che andranno a verificarsi. La riduzione della mortalità potrebbe essere un primo grande punto a favore di questo nuovo tipo di mobilità, il cui incedere è ormai ineluttabile ed attorno al quale stanno per iniziare a muoversi anche importanti interessi commerciali.