Se il passaggio a Lollipop ha rappresentato per l’ecosistema del robottino verde un netto passo in avanti per quanto riguarda l’interfaccia grafica (soprattutto per via dell’adozione del Material Design), con l’introduzione di Android M si assisterà soprattutto al miglioramento delle prestazioni. La piattaforma, che potrebbe essere presentata già nei prossimi giorni all’evento Google I/O 2015, potrebbe costituire l’evoluzione attesa dagli utenti da lungo tempo.
L’indiscrezione, al momento non confermata né smentita in via ufficiale dal gruppo di Mountain View, è stata riportata dalla sempre attenta redazione del sito Android Police e attribuita ad una fonte rimasta anonima ma ritenuta affidabile. A quanto pare i team di bigG si sono concentrati particolarmente sul ridurre il consumo della batteria per garantire un’autonomia più elevata, ad esempio diminuendo la frequenza dei controlli di geolocalizzazione quando non strettamente necessari e razionalizzando l’accesso ai core del processore mentre il display è spento. Ancora, Google avrebbe apportato un’ottimizzazione generale per quanto riguarda l’utilizzo della RAM, attraverso modifiche a Play Services e mettendo mano ad altre parti del sistema operativo.
Si parla anche della data di lancio: a quanto pare Android M debutterà fin da subito con una versione di anteprima destinata agli sviluppatori, come già fatto lo scorso anno con Lollipop, per poi avviare il rollout della release finale nel mese di agosto. Anche su questo punto, però, è bene attendere i prossimi giorni per valutare le comunicazioni ufficiali da parte di Google. Si ricorda, come anticipato ieri, che l’aggiornamento dovrebbe essere distribuito su Nexus 5, Nexus 6, Nexus 9 e sull’edizione 2013 del tablet Nexus 7, mentre a quanto pare resteranno a bocca asciutta i modelli Nexus 4, Nexus 10 e la prima incarnazione del Nexus 7 commercializzata nel 2012.
Infine, la questione nome: Android M potrebbe chiamarsi Macadamia Nut Cookie, ovvero “biscotto alle noci di Macadamia”, un tipo di noce originaria dell’Australia e dell’Indonesia, che curiosamente risulta tossica (ma non letale) per cani e gatti. Tutti coloro che si troveranno nei prossimi mesi a doverlo scrivere quotidianamente (compreso il sottoscritto) si augurano che l’appellativo finale sia un altro, ad esempio il più sintetico e conosciuto Muffin.