Negli ultimi anni Apple ha preso seriamente la questione della privacy dei propri utenti. Culminata con le nuove tecnologie di sicurezza di iOS 8, tanto che la stessa società pare non possa risalire al contenuto della messaggistica dei possessori di un iDevice, Tim Cook ha più volte preso posizione sul tema della sicurezza e della riservatezza dei dati personali. E si è espresso di nuovo lo scorso lunedì, in occasione Champions of Freedom dell’Electronic Privacy Information Center (EPIC).
Tim Cook, premiato da EPIC per i successi alla guida di Apple, ha voluto parlare della questione in un messaggio in teleconferenza. Il CEO è intervenuto sul tema della raccolta di dati nei settori pubblici e privati, spiegando come i consumatori abbiano diritto alla privacy, alla sicurezza e alla crittografia. Il tutto non solo nell’ambito della raccolta effettuata da aziende private, ma anche dai programmi di sorveglianza governativa.
Come molti di voi, noi in Apple rifiutiamo l’idea che i nostri clienti debbano subire un trade-off tra privacy e sicurezza. Possiamo, e dobbiamo, fornire entrambi in egual misura. Crediamo che gli utenti abbiano il diritto fondamentale alla privacy. Le persone americane la domandano, la Costituzione la domanda, la moralità la domanda.
Già lo scorso anno, in occasione dell’intervista per Charlie Rose, Cook aveva rilasciato dichiarazioni simili. Una promessa poi mantenuta con iOS 8 e la crittografia delle conversazioni, ma anche in una lettera aperta ai clienti nonché con una completa sezione dedicata alla privacy sul sito ufficiale dell’azienda.
Vi parlo dalla Silicon Valley, dove alcune delle aziende più importanti e di successo hanno costruito i loro business cullando i loro clienti nella compiacenza sulle loro informazioni personali. Stanno divorando tutto quello che possono apprendere su di te e lo stanno monetizzando. Crediamo sia sbagliano. E questa non è la tipologia di compagnia che Apple vuole essere.
Il CEO ha quindi espresso preoccupazione su alcuni servizi gratuiti oggi largamente gettonati, pensati per fornire accesso senza costi a funzioni utili a patto che l’utente ceda alcuni dei propri dati personali. Così come già confermato lo scorso febbraio in un intervento sul Telegraph, il leader di Apple teme che i clienti al momento non comprendano pienamente le implicazioni di simili cessioni, ma «un giorno capiranno e si sentiranno davvero offesi».
Infine, un accenno alle critiche ricevute per la crittografia di iOS 8, priva di chiavi, un fatto che potrebbe escludere anche le indagini delle autorità oltre all’azione di malintenzionati.
I criminali stanno utilizzato qualsiasi strumento a loro disposizione per entrare negli account delle persone. Sapendo che la chiave è nascosta da qualche parte, non si fermeranno finché non l’avranno trovata.