E se Nokia tornasse nel mondo degli smartphone? Potrebbe succedere entro pochi mesi, con modalità del tutto originali, riattribuendo un valore peculiare al posizionamento sul mercato dell’azienda europea.
La caduta di Nokia
La parabola di Nokia si era improvvisamente interrotta sull’orlo del precipizio quando il gruppo è stato “salvato” dall’acquisizione Microsoft annunciata a fine 2013. I fatti sono noti: la caduta dell’impero Symbian, la metafora della “piattaforma in fiamme in mezzo all’oceano” con cui Stephen Elop convinse gli investitori della necessità di cedere alle pressioni di Redmond, quindi la convivenza del brand tra le mani di Steve Ballmer. A quel punto Nokia è sparita definitivamente dal mondo degli smartphone: il brand “Lumia” è rimasto l’ultimo ricordo del passato, ma ormai in pieno controllo statunitense.
Anche quest’ultimo ricordo è però oggi in sofferenza. Microsoft gode di un mercato limitato, non ha saputo grattare più di tanto la superficie ed ha dovuto accontentarsi di una posizione minoritaria in un comparto dominato da Android e iOS. La bontà degli smartphone, del design e del software non sono in discussione, ma l’assenza di un ecosistema di app che soddisfi l’utenza ha fortemente penalizzato i risultati complessivi dell’esperimento mobile del gruppo di Redmond. In attesa di Windows 10, intanto, il reparto Lumia perde la guida: Stephen Elop lascia il gruppo e il timone passa in nuove mani.
E proprio quando l’eredità di Nokia sembra perdersi in una situazione nebulosa, ecco spuntare il passato in proiezione futura: il gruppo europeo potrebbe tornare nel mondo degli smartphone, già a partire dal 2016.
Il ritorno di Nokia
Gli accordi successivi alla cessione a Microsoft frenano le ambizioni immediate del gruppo, che ha firmato accordi che impediscono “produzione” e “vendita” di smartphone e dispositivi similari. Ma il nuovo CEO Rajeev Suri sembra avere idee differenti in mente: Nokia intende entrare sul mercato non in qualità di produttore, ma soltanto come progettista. Nokia vuole creare insomma un nuovo brand, progettando smartphone da concedere in licenza a produttori interessati alla concretizzazione dell’idea. Quel che Nokia andrà a cedere sarà mera proprietà intellettuale, rispondendo peraltro a quella capacità creativa (ed ovviando alle problematiche in termini di assemblaggio) che l’Europa ha nel proprio DNA.
L’intervista è stata rilasciata da Rajeev Suri a Manager Magazin, spiegando che per portare avanti l’idea il gruppo è ora in cerca di partner. Come a dire: le idee non mancano, i progetti sono in essere, ma occorre completare la filiera e trovare chi possa essere interessato a realizzare i progetti dell’azienda.
Nokia non può utilizzare il proprio brand nel comparto fino a fine 2016. Nel frattempo sta siglando accordi per la condivisione di brevetti, ha immesso sul mercato un tablet basato su Android, intende cedere Here Maps al miglior offerente e sta probabilmente tessendo le fila per preparare il campo al grande ritorno. Un ritorno che non potrà passare inosservato: questione di blasone, di storia, di tradizione.