Il ragazzo di Harvard diventerà padre. Mark Zuckerberg ha annunciato poche ore fa che sua moglie Priscilla è in gravidanza e che nascerà una bambina. La notizia sul lieto evento è stata pubblicata sulla sua pagina Facebook (poteva essere altrimenti?), insieme a una foto che lo ritrae felice insieme alla moglie che tiene le mani incrociate sul pancione e ai loro piedi l’amato cagnolino. La notizia però non è soltanto rosa, ma anche “blu”, perché il post di Zuck è l’inizio di un approccio al nascituro che farà da modello per tutti i genitori sul social network, che si chiedono spesso cosa fare con questo tipo di argomenti e coi loro pargoli.
Colpisce il calore umano dell’annuncio, che un tempo – trattandosi di Zuck – sarebbe stato impossibile. Il fondatore del social network da più di un miliardo di persone è cresciuto, a 31 anni condivide con il corrispettivo di un continente intero questa sua gioia iniziando subito da una confessione molto personale e dolorosa:
Abbiamo cercato di avere un figlio per un paio di anni e abbiamo avuto tre aborti lungo la strada. Ti senti così pieno di speranza quando apprendi che avrai un figlio. Si comincia ad immaginare chi diventeranno e le loro speranze. Si inizia a fare progetto, ma poi se ne vanno. È una esperienza solitaria. La maggior parte delle persone non parla di questi problemi perché si preoccupa possa allontanare dagli altri, come fossi difettoso o avessi fatto qualcosa per causarlo. Così si lotta da soli.
Per quale ragione Zuckerberg parla di un pregresso invece della gioia per il nascituro? Per spiegare il suo concetto di condivisione. La sua storia personale diventa la giustificazione morale della sua invenzione:
Nel mondo aperto e connesso di oggi, discutere di questi temi non ci allontana, anzi ci avvicina. Crea comprensione e tolleranza, e ci dà speranza. Quando abbiamo iniziato a parlare coi nostri amici, ci siamo resi conto di quanto spesso accada e che conoscevamo molte persone che avevano avuto problemi simili. (…)
Ci auguriamo che condividere la nostra esperienza darà a un maggior numero di persone la stessa speranza che abbiamo sentito noi e le aiuterà a sentirsi a proprio agio condividendo le loro storie.
Ora che la gravidanza è a buon punto, tutto sta andando per il meglio e il rischio di perdere la bambina è molto basso (Priscilla, peraltro, è una pediatra) Zuckerberg è più sereno e nella parte finale del post torna a parlare come ci si aspetterebbe da un giovane e orgoglioso futuro papà, scherzando sull’ecografia (irresistibile per ogni padre, non si sa perché). Anche qui però una citazione di Facebook:
Nell’ecografia mi ha già fatto un pollice alto con la sua manina, quindi so già che si prenderà cura di me.
Genitori su Facebook
Pochi genitori possono vantare per l’annuncio di un nascituro, la prima ecografia postata sui social o le immagini del pancione i numeri di Mark e Priscilla: al momento 1.292.912 like (il primo di Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, colpita di recente da un grave lutto: la morte del marito), e 34.916 condivisioni. Dimensioni a parte, le domande però sono sempre le stesse: cosa fare con questo genere di notizie così personali? Fino a quale limite ci si può spingere prima di arrivare al cattivo gusto? E quali diritti sono esigibili virtualmente dai nascituri e dai minori rispetto alla pubblicazione compulsiva dei loro genitori di qualunque cosa li riguardi? Un giorno dovranno chiedere scusa ai figli nel frattempo cresciuti e moltiplicherà i casi di richiesta di oblio?
Zuckerberg sembra aver scelto uno stile di basso profilo: condividere, ma con misura; raccontare anche fatti personali dolorosi (gli aborti), ma solo tempo dopo; scherzare sull’ecografia, ma non farla vedere. Sarà interessante osservare come procederà nei prossimi mesi e anni, quale ruolo mediatico assumerà il social baby, visto che non mancheranno le pagine parodia come quelle del principino di William e Kate, che peraltro regnano su una porzione di mondo assai più piccola di quella di Mark e Priscilla. Ma soprattutto tutto quello che faranno potrebbe essere imitato da milioni di “amici” in tutto il mondo.
Una bella responsabilità, ma ormai Zuck è diventato grande.