Windows 10 è disponibile da circa tre settimane e già sono state scoperte alcune “funzionalità” poco chiare che hanno allarmato i cosiddetti difensori della privacy. Il sistema operativo invia informazioni ai server Microsoft, usa un sistema P2P per rilasciare gli aggiornamenti e può rilevare la presenza di giochi contraffatti sul computer. In quest’ultimo caso, però, si tratta di un’errata interpretazione delle condizioni d’uso dei servizi forniti dall’azienda di Redmond.
L’invio di alcune informazioni a Microsoft non è in realtà una novità di Windows 10. Anche Windows 8 sfrutta la telemetria per consentire il miglioramento del sistema operativo, delle funzionalità e della sicurezza durante la navigazione web. Se l’utente usa le impostazioni predefinite durante la procedura di installazione, Windows 10 attiva tutte le opzioni, ma è possibile disattivarle in seguito nelle impostazioni. Rispetto a Windows 8 è tuttavia “più invasivo”, in quanto Cortana deve creare un profilo dell’utente. Sembra però che Windows 10 continui ad inviare dati ai server anche se Cortana è stata disattivata. Lo stesso si verifica con OneDrive.
Queste scoperte mettono in cattiva luce il nuovo sistema operativo, a causa della mancanza di trasparenza da parte di Microsoft. Recentemente sono state aggiornate le condizioni d’uso dei servizi, un documento che nessuno ha mai letto, ma che viene accettato tacitamente dagli utenti. La novità è contenuta nel punto 7b:
Microsoft potrà verificare automaticamente la versione del software in uso da parte dell’Utente, necessario ai fini dell’erogazione dei Servizi, ed effettuare, senza alcuna spesa da parte dell’Utente, il download di aggiornamenti software o modifiche alle configurazioni, al fine di aggiornare, migliorare e sviluppare ulteriormente i Servizi, incluse modifiche atte a impedire all’Utente di accedere ai Servizi, utilizzare giochi contraffatti o utilizzare periferiche hardware non autorizzate
Sembrerebbe quindi che Microsoft effettui la scansione del computer per cercare eventuali giochi pirata. In realtà, le condizioni si applicano ai servizi Xbox Live e ai contenuti del Windows Store, non alla EULA (End User License Agreement) di Windows 10. In pratica, lo stesso sistema usato per verificare l’autenticità dei giochi sulla Xbox One è stato esteso al nuovo sistema operativo, in quanto è possibile eseguire in streaming i giochi della console anche su PC.