Mentre Apple Watch è pronto ad arricchirsi di nuove e utili funzioni, grazie all’aggiornamento a watchOS 2 rilasciato nella serata di ieri, in quel di Cupertino vi è evidentemente tempo per un piccolo e simpatico scherzo virale. Nella documentazione del nuovo sistema operativo e delle rinnovate feature per la gestione degli amici, infatti, il gruppo californiano ha voluto nascondere un cosiddetto “Rickroll”, un meme noto già dal 2008 per essere utilizzato largamente dentro e fuori i social network.
Si ricorderà di certo il famoso brano pop “Never Gonna Give You Up”, hit del 1987 di Rick Astley, vero e proprio tormentone degli anni ’80. Da tempo, il video della canzone è utilizzato come simpatico scherzo in Rete, ad esempio come sottofondo musicale per deridere un ignaro utente, vittima di un innocuo dirottamento rispetto alla risorsa online davvero cercata. E in tempi recenti il meme virale ha superato anche i confini dei social network: basti pensare ai Foo Fighters, la band di Dave Grohl, pronti a protestare contro i predicatori della Westboro Baptist Church accompagnati da cartelli e il famoso brano a tutto volume. Apple non è evidentemente da meno, considerato come abbia approfittato dello stesso tormentone per un piccolo scherzo sulle documentazioni online dedicate ad Apple Watch.
Nella sezione relativa sull’aggiunta e la gestione di amici e contatti nella rubrica dello smartphone, naturalmente nella versione inglese del sito, la Mela ha incluso uno scatto del dispositivo, con le iniziali di un gruppo generico di contatti disposte a cerchio lungo il quadrante. Leggendo consecutivamente tali iniziali, tuttavia, l’arcano diventa evidente: “NE VE RG ON NA GI VE YU UP”, ovvero proprio “Never Gonna Give You Up”.
L’iniziativa è stata inizialmente resa nota da Mike Rundle su Twitter, ma non è la prima volta che Apple si lancia nel medesimo meme. Come ricorda The Verge, nel 2013 il brano di Rick Astley è stato riportato nella lista brani in riproduzione di Control Center, nella documentazione di iOS 7. L’anno prima, invece, si trovava nel changelog dell’applicazione nativa per YouTube.