Perché i veicoli a guida autonoma possano esprimere al meglio le loro potenzialità è innanzitutto necessario un balzo culturale, ma ancor prima c’è bisogno di un adeguamento delle normative che regolano il sistema dei trasporti. Un significativo passo in questa direzione è stato effettuato dall’U.S. Department of Transportation, con il segretario Anthony Foxx che nei giorni scorsi ha parlato in modo esplicito di un’apertura nei confronti dell’innovazione.
La posizione della nostra agenzia è ovviamente quella di vigilare sul fronte della sicurezza, ma non voglio che assuma un atteggiamento scettico nei confronti delle innovazioni.
Un atteggiamento che si tradurrà nell’introduzione di modifiche alla legislazione attuale, studiate insieme ai membri della National Highway Traffic Safety Administration. Le tempistiche sono quasi immediate: si parla di settimane per l’approvazione, non mesi. Fino ad oggi ogni stato USA ha potuto legiferare in modo indipendente sul tema, con la California, il Nevada, il Michigan, la Florida e il Distretto della Columbia che si sono mostrate maggiormente inclini ad accettare le self-driving car, ma esclusivamente per la conduzione dei primi test su strada e solamente in determinate condizioni, ad esempio con un conducente in carne ed ossa a bordo pronto ad intervenire assumendo il controllo dei comandi in caso di anomalia.
In vista di una commercializzazione delle tecnologie di guida autonoma (prevista entro un triennio), questo dovrà per forza di cose cambiare. Realtà come Google, Ford, Tesla Motors, Nissan e Honda sono al lavoro ormai da tempo su veicoli di questo tipo, raccogliendo i feedback necessari al perfezionamento dei sistemi integrati (sensori, telecamere, LiDAR ecc.) che un giorno permetteranno a chiunque di salire in auto e godersi il viaggio in pieno relax, senza nemmeno dover toccare il volante e non preoccupandosi di guidare in mezzo al traffico per raggiungere la propria destinazione.