Come possiamo usare la tecnologia per ricreare un quadro fedele della salute umana?
Con questa domanda, Alphabet presenta la nuova veste di Life Sciences: la sussidiaria cambia nome e diventa Verily, un’entità focalizzata sulla ricerca in ambito medico, che fa leva principalmente sulle opportunità offerte dalla tecnologia. Se ne è parlato anche nelle scorse settimane, con la comparsa in Rete di indiscrezioni relative al progetto Capicola per il monitoraggio approfondito dei parametri biometrici con l’ausilio di un dispositivo indossabile.
Sul sito ufficiale di Verily si fa riferimento ad un approccio multidisciplinare nei confronti di benessere e longevità, descrivendo la malattia come un “continuum” da combattere con l’aiuto di esperti provenienti da diversi settori, lavorando allo sviluppo di soluzioni hardware come le apparecchiature mediche e software come nel caso degli algoritmi che analizzano i pattern della salute. Il focus dell’attività sarà in particolare su patologie croniche che affliggono un gran numero di persone: problemi cardiovascolari, diabete, cancro, malattie neurodegenerative e disturbi mentali. La breve descrizione fornita spiega in che modo il team ha intenzione di affrontare le questioni legate alla cura dell’essere umano.
Immaginate un chimico, un ingegnere, un medico e un ricercatore comportamentale, tutti insieme al lavoro per studiare a fondo la salute e prevenire nel migliore dei modi, individuare e gestire le malattie. Con Verily, è questo il mondo che intendiamo creare. I nostri team multidisciplinari hanno accesso ad avanzati strumenti di ricerca, potenza di calcolo su larga scala e un’esperienza tecnica senza paragoni.
A guidare Verily sarà Andy Conrad, un biologo cellulare, già a capo della divisione Life Sciences sotto il controllo di Google X. Tra i progetti in cantiere quello di cui si è parlato più volte in passato e relativo alla realizzazione di lenti a contatto equipaggiate con speciali sensori, in grado di rilevare in modo non invasivo il livello di zuccheri nel sangue dei pazienti diabetici. Il cambio di nome non modificherà la predisposizione del team a collaborare con realtà esterne, come nel caso della partnership con Novartis.