Apple potrebbe rinnovare in futuro l’universo delle GPU incluse nei suoi prodotti mobile. Secondo quanto reso noto da Fudzilla, infatti, la società starebbe progettando delle GPU proprietarie per la propria linea dei processori “A”, in sostituzione alle classiche PoverVR di Imagination Technologies oggi impiegate. Un processo che, tuttavia, non rimuoverà questa azienda dai piani di Cupertino: secondo i rumor, verrà a crearsi una partnership simile a quella con Samsung e TSMC, con processori prodotti dai fornitori sulla base del design ingegneristico di Apple.
Come già citato, le generazioni degli ARM “A” attualmente disponibili nei dispositivi Apple sono state create sulla base di un design voluto dalla stessa azienda, la cui produzione è poi derivata dalla collaborazione con fornitori storici. Questi chip incorporano delle componenti GPU PoverVR, lievemente modificate rispetto alle dotazioni standard: ad esempio, iPad Air 2 sfrutta una Power GXA6850 a nucleo da otto core. iPad Pro, invece, sembra aver impiegato una speciale, e al momento non confermata ufficialmente, configurazione a ben 12 core.
Per quale motivo, tuttavia, Apple sarebbe intenzionata a modificare la catena attuale, per proporre soluzioni proprietarie? La risposta è abbastanza semplice: la possibilità di controllare ogni aspetto di CPU e GPU, infatti, garantirebbe all’azienda il massimo della libertà nella gestione dell’efficienza energetica dei processori, nonché nella loro potenza. Inoltre, così facendo potrebbe raggiungere una maggiore sincronia tra unità di calcolo e sistema operativo, ottenendo il massimo delle performance possibili.
Come già accennato, in questo processo Imagination Technologies non sarà probabilmente esclusa. Negli scorsi anni, infatti, Apple ha investito fortemente nel partner, prima acquistandone il 3,6% nel 2008 e oggi controllandone il 10%. Al momento, però, non è noto se siano già in corso trattative o nuovi accordi di licenza. In attesa di conferme ufficiali, comunque non attese nel breve e nel medio periodo, non resta che aspettare nuove indiscrezioni dai distretti produttivi asiatici.