La strada che porta verso il futuro della mobilità deve necessariamente passare dall’adozione di soluzioni e tecnologie sempre più avanzate, sviluppate tenendo in considerazione l’esigenza di ridurre l’impatto del settore automotive sull’ambiente, garantendo al tempo stesso benefici e un’esperienza evoluta all’utilizzatore finale. Un obiettivo di questo tipo si raggiunge solo con la messa in campo di progetti fondati su un’ottica lungimirante e con investimenti mirati alla ricerca e sperimentazione di tecniche innovative. Obiettivo: sostenibilità.
Quanto annunciato da Ford si inserisce alla perfezione in questa prospettiva: il gruppo ha deciso di investire ulteriori 4,5 miliardi di dollari, da qui al 2020, per la realizzazione di veicoli e sistemi legati alle auto elettriche. Un programma che si concretizzerà a partire dal prossimo anno con il lancio della nuova Focus Electric con Fast Charge, una batteria che potrà essere ricaricata fino all’80% in soli 30 minuti, garantendo così un’autonomia sufficiente a percorrere oltre 160 Km. È solo una delle 13 vetture a motore elettrico che l’Ovale Blu porterà sul mercato nei prossimi cinque anni, mentre gettando lo sguardo ancora più in là, entro il 2025 il 40% delle serie prodotte sarà mosso da questo tipo di motorizzazione.
Nuova Focus Electric
La nuova versione elettrica della Focus sarà dotata, sia in Nord America che in Europa, di sistemi come SmartGauge ed EcoGuide LCD Instrument Cluster, che consentiranno ai conducenti di monitorare costantemente lo stato delle batterie e il livello di carica attraverso una configurazione di display personalizzabile, fornendo al tempo stesso consigli e suggerimenti utili per ottimizzarne l’efficienza.
Brake Coach è invece una funzionalità che insegna letteralmente al guidatore in che modo frenare, così da massimizzare l’energia recuperata in fase di decelerazione mediante il Regenerative Braking System e immagazzinata all’interno della batteria, contribuendo ad aumentare il range di percorrenza del veicolo.
La user experience al centro
Svelata anche l’intenzione di definire nuovi standard per quanto riguarda il processo produttivo, passando da un approccio basato principalmente sulle caratteristiche da implementare in una vettura ad un’altra modalità in cui è l’esperienza finale offerta all’automobilista a rappresentare fin dalle prime fasi il fulcro dello sviluppo. In altre parole, la user experience assumerà per Ford un’importanza sempre maggiore. Il perché è spiegato da Raj Nair, vicepresidente esecutivo del comparto Product Development.
La sfida per il futuro non è rappresentata dal dover integrare il maggior numero possibile di tecnologie in un veicolo, ma dall’organizzarle al meglio, in modo che possano stimolare e soddisfare le persone. Osservando gli automobilisti, possiamo capire meglio quali solo le caratteristiche e i punti di forza preferiti, così da creare un’esperienza sempre migliore.
Per un approccio di questo tipo si rende necessario l’impiego di nuove figure professionali, che affiancheranno analisti ed esperti di marketing tradizionale. L’Ovale Blu ha intenzione di affidarsi a ricercatori che tengano in considerazione i feedback ricevuti a livello globale, studiando le modalità di interazione delle persone con i veicoli non solo dal punto di vista funzionale, ma anche sociale, culturale, cognitivo, tecnologico ed economico. Così sarà possibile perfezionare nel tempo aspetti come il design delle vetture e ogni loro singola caratteristica.
Mobilità e ricerca social
A tal proposito, nel corso del 2016, Ford raddoppierà il numero dei progetti di ricerca basati su un metodo etnografico rispetto a quanto avvenuto quest’anno. Un team del gruppo è già all’opera da mesi, impegnato nello studio di tematiche come il futuro dei mezzi di trasporti più lussuosi, le modalità con le quali le persone si rapportano ai veicoli e l’impatto dei mezzi pesanti sulla collettività. In altre parole, l’intenzione è quella di guardare al mondo della mobilità e dei veicoli sempre più come ad una realtà profondamente integrata nel quotidiano, a livello globale. L’auto non più intesa come uno strumento dedicato esclusivamente agli spostamenti, ma come luogo da vivere, da abitare, in cui trascorrere una parte importante della propria giornata, valorizzando l’esperienza a bordo sulla base di quanto offrono le tecnologie e i sistemi più avanzati.
Si spiega così l’esigenza di creare una sinergia tra esperti di marketing, ingegneri, ricercatori e designer, affiancandoli ad antropologi, economisti, giornalisti e sociologi. La nascita e l’evoluzione di una vettura, dalla creazione del primo concept fino al suo debutto su strada, costituirà dunque un percorso d’insieme, collaborativo, anziché un compito delegato a figure differenti e slegate tra loro. Si aggiunga la volontà di sfruttare i vantaggi offerti da tecniche come quelle legate alle stampanti 3D in fase di prototipazione (velocità nella costruzione dei modelli, costi contenuti ecc.) ed il quadro è completo.
Con questa ambizione, Ford ha siglato nel 2012 una partnership con ReD, azienda specializzata nell’analisi all’interno della sfera legata alle scienze sociali. In tre anni sono state condotte indagini per un totale di oltre 4.000 ore, coinvolgendo migliaia di automobilisti in più di 25 città da tutto il mondo, scattando 80.000 fotografie, riprendendo video per circa 3.000 ore e compilando 8.000 pagine di appunti. Tutto materiale che potrà tornare utile per estrapolarne feedback e migliorare così il procedimento produttivo, in base alle esigenze dell’utilizzatore finale. Per capire perché un metodo di questo tipo risulti più affidabile rispetto all’opinione di un singolo, è possibile parafrasare una celebre frase di Henry Ford:
Se avessi chiesto alle persone cosa desideravano, mi avrebbero risposto “un cavallo più veloce”.