Quando si affronta l’esame pratico per l’ottenimento della licenza di guida, uno dei test più temuti è quello in cui viene richiesto di effettuare un parcheggio perfetto. Una pratica che prevede una prassi ben precisa: posizionare il veicolo in un determinato modo, inserire la marcia corretta, regolare l’angolazione dello sterzo e muoversi facendo ben attenzione a non urtare le vetture nei dintorni. In molti dimenticano però ben presto la procedura formale, lanciandosi quotidianamente in manovre spesso improbabili, al limite della correttezza e dall’esito talvolta indesiderato.
Active Park Assist
Fortunatamente, anche in questi casi la tecnologia può fornire un aiuto valido e concreto, entrando in gioco per semplificare notevolmente la vita al conducente. È il caso del sistema Active Park Assist, ad esempio, sviluppato da Ford e già equipaggiato su alcuni dei modelli commercializzati in tutto il mondo dall’Ovale Blu. Il funzionamento è presto spiegato: si trova uno spazio in cui posteggiare ai lati della carreggiata, si preme un pulsante e l’auto pensa a tutto, o quasi. Il guidatore deve comunque prestare attenzione e interagire con i pedali dell’acceleratore e del freno, ma la vettura si occupa del resto. Una soluzione facile da riassumere, mostrata nel filmato in streaming di seguito, ma che in realtà si basa su un complesso insieme di sensori e algoritmi studiati per controllare in modo efficace e con la massima sicurezza l’intera manovra, in ogni sua fase.
Una parcheggio semi-automatico, dunque, che di fatto rappresenta un primo step nella direzione che porterà un giorno non troppo lontano a poter fare affidamento sui veicoli a guida autonoma, che permetteranno al conducente non solo di staccare le mani dal volante, ma addirittura di ignorare completamente la strada e quanto avviene intorno alla vettura, godendosi il piacere e il relax del viaggio in ogni suo momento. Un sistema come quello messo a punto da Ford, per ovvie ragioni, trova il suo ambito di applicazione ideale nel contesto urbano, più in particolare nelle vie delle città dove in molti casi trovare uno stallo libero rappresenta un vero e proprio colpo di fortuna. Una situazione in cui non ci si può permettere di tirare dritto solo perché lo spazio a disposizione non è abbastanza ampio da consentire una manovra sufficientemente semplice, rapida o che richieda poca attenzione.
Possibili sviluppi futuri
Va precisato che tecnologie come Active Park Assist non vanno a rendere obsoleti i più tradizionali sensori di parcheggio, ovvero quelli che posizionati sulla carrozzeria anteriormente e posteriormente avvisano chi si trova al volante della distanza ridotta tra paraurti e ostacoli esterni, di solito attraverso un segnale acustico. Piuttosto, ne rappresentano l’evoluzione. In un’ottica di potenziali sviluppi futuri, è possibile immaginare che sarà consentito scendere dall’auto una volta giunti a destinazione e lasciare che sia il mezzo stesso a cercare un posteggio nelle vicinanze e ad occuparsi di posizionarlo correttamente, con ovvi benefici in termini di tempo risparmiato, senza contare lo stress ridotto per chi ogni giorno deve mettersi alla guida.
Si può inoltre ipotizzare lo sviluppo di un sistema che, una volta parcheggiato, sia in grado di inviare un messaggio o una notifica sullo smartphone del proprietario, per rendere nota sul display l’esatta posizione (tramite geolocalizzazione) di dove si trova. Questo potrà poi essere richiamato da remoto, ad esempio per trovarlo fuori dalla porta di casa o all’uscita da un albergo, evitando così di dover percorrere a piedi la strada che separa il luogo dell’appuntamento dall’auto. In definitiva, anche quella relativa ai parcheggi è una pratica che si appresta ad essere stravolta dall’introduzione di soluzioni hi-tech, sempre più evolute e automatizzate, ovviamente con una particolare attenzione a tutto ciò che riguarda la sicurezza, sia dei veicoli che delle persone che vi transitano nei dintorni.