«Signor Presidente, Signor Ministro, in un mondo minacciato dal terrore…». Inizia così una lettera indirizzata al governo italiano e al ministro Dario Franceschini firmata dai parlamentari dell’intergruppo per l’Innovazione. Non si tratta però di geopolitica bensì di cultura e di bellezza, peraltro strettamente intrecciate alla resistenza contro la brutalità. Una bella idea che si concentra sulla questione del free panorama, cioè la possibilità di concedere la massima diffusione online delle immagini dei monumenti e paesaggi del Belpaese.
Si discute da mesi del problema della liberalizzazione soltanto parziale delle norme sulla riproduzione delle immagini, ferma a una situazione un po’ paradossale: quand’anche non sono coperte da copyright la loro riproduzione è parecchio complicata. Una confusione tra tutela del patrimonio e tutela del copyright sulla quale l’Intergruppo lo scorso giugno è intervenuto con un piccolo emendamento al decreto Franceschini. Ora però c’è tutto il tempo di ripensare le norme in senso aperto, secondo i 21 deputati firmatari della petizione (condivisa al momento da altre 61 persone) un’occasione per liberare la bellezza dai vincoli di norme che hanno un effetto imbuto.
Esistono ancora limiti alla libera pubblicazione su internet delle immagini dei monumenti: noi vorremmo rendere possibile scattare e pubblicare foto dei nostri monumenti e del nostro patrimonio culturale, artistico, paesaggistico e architettonico senza dover chiedere nessun permesso, proprio come avviene nella maggior parte dei paesi europei. (…) Crediamo che l’Italia abbia di fronte una grande opportunità per mettersi al passo con gli altri paesi europei e compiere una scelta che porterebbe ad un grande beneficio culturale, oltre che economico.
Veronica Tentori: incontro tecnico-politico
L’on. Veronica Tentori, del gruppo democratico alla Camera, sta portando avanti la battaglia sul free panorama con l’impegno in aula e coinvolta anche sul suo territorio dato che nel giugno 2016 l’Italia ospiterà il raduno mondiale della community di Wikipedia presso Esino Lario in provincia di Lecco, un paesino montano di circa 800 abitanti affacciato sui panorami mozzafiato del Lago di Como. Lei, eletta nella circoscrizione IV della Lombardia 2 e originaria di Oggiono (Lecco), vorrebbe che in quella occasione di vetrina mondiale l’Italia potesse presentarsi con delle norme più adeguate ai tempi.
Riteniamo possano esserci dei passi avanti già con i prossimi provvedimenti e la campagna che come intergruppo abbiamo lanciato vuole essere uno stimolo, per fare in modo che siano decisivi.
Si potrebbe iniziare subito nel nuovo anno con un incontro tecnico-politico, per stabilire un discrimine ancora non chiarissimo: è un problema di interpretazione delle norme o ce ne vogliono di nuove?
A gennaio vorremmo fissare un momento operativo di confronto tra tecnici e politici per approfondire quali ulteriori elementi di impedimento permangono e capire bene se essi siano di natura interpretativa o necessitino di modifiche alla normativa, anche rispetto all’articolo 108 del decreto ArtBonus.
Libertà di panorama in Italia #liberiamolabellezza #GInnovazione @WikimediaItalia @wikimonuments @WikimaniaEsino https://t.co/gI4SIg01Vi
— Veronica Tentori (@VeronicaTentori) December 21, 2015
Per quanto riguarda il provvedimento l’intergruppo ne ha individuato uno che dovrebbe arrivare in aula a gennaio, ma ci stanno ancora lavorando e preferiscono non sbilanciarsi.
Ci vuole ancora un po’ di lavoro. Bisogna inoltre considerare che è depositata una proposta di legge a prima firma Rampi, componente dell’intergruppo e firmatario della petizione, che tra le altre cose affronta anche questo tema, quindi anche quella potrà essere eventualmente uno strumento possibile.
Liberare la bellezza
La petizione è collegata a un hashtag, #liberiamolabellezza, che è uno slogan efficace, più semplice per spiegare un concetto complesso. La bellezza del paese, infatti, è come ingessata da un’idea antiquata perdipiù rafforzata da recenti interpretazioni rigide del diritto d’autore che hanno fatto breccia in Europa, cioè che l’utente vada difeso dalla sua ingenuità di produttore di contenuti gratuiti dentro siti online (social network in particolare) che ne traggono profitto e che lo Stato debba tutelare la riproduzione di queste immagini.
L’idea di fondo è sbagliata perché lascia in campo soltanto la copia privata e l’inclusione casuale di un panorama. Veramente troppo poco rispetto all’uso comune dei device e delle immagini da questi catturate. Agli utenti nulla importa che teoricamente una riproduzione di un’immagine comporti un guadagno per una piattaforma, perché viene loro fornito in cambio un servizio. La discussione andrebbe spostata sulla trasferibilità dei contenuti, sul fair use, sul rispetto delle persone, non su una pratica impossibile di estensione universale del copyright fino a soffocare lo stesso web e il pubblico dominio, che sono premessa della più ampia creazione di nuovi contenuti.