Il 2015 è stato l’anno dell’espansione, il 2016 sarà quello della conferma. Dopo aver raggiunto nuovi mercati, tra cui l’Italia dallo scorso ottobre, Netflix si avvia a un nuovo anno di successi. Ed è pronto, almeno negli Stati Uniti, a rubare sempre più terreno alle pay-TV. Un risultato non da poco per una compagnia derisa dai big a stelle e strisce solo pochi anni fa, come ricorda il New York Times, oggi dal valore di ben 50 miliardi di dollari. Da outsider, di conseguenza, Netflix diventa il leader dell’intrattenimento.
La crescita senza sosta di Netflix deriva da una strategia molto attenta e per certi versi innovativa, rispetto almeno alle classiche logiche della TV commerciale. Non solo ha saputo approfittare delle nuove modalità di fruizione, con dei consumatori sempre più inclini alla visione on-demand, ma ha conquistato utenti e critica con le proprie produzioni originali. Un percorso di crescita che avrà probabilmente effetto diretto sugli abbonamenti alla pay-TV, almeno secondo le stime di SNL Kagan: entro il 2020, l’82% degli utenti statunitensi sarà abbonato a un pacchetto televisivo, contro l’88% del 2011. Un calo che di primo acchito può sembrare poco significativo, ma che si traduce in realtà in milioni di possibili “cord-cutters”, pronti ad abbandonare le classiche emittenti per abbracciare lo streaming.
La prima sfida, sempre secondo il New York Times, non sarà però quella della conquista degli utenti, bensì della divisione del mercato dello streaming. Nel 2015 molte emittenti hanno lanciato piattaforme proprietarie o, in alternativa, hanno deciso di approfittare dei servizi delle già esistenti come Hulu e simili. Il mercato, di conseguenza, si sta progressivamente frammentando e molti network si starebbero chiedendo se, così facendo, non si stiano perdendo possibili profitti: è infatti più indicato rimanere sulla propria piattaforma online o, in alternativa, approfittare dell’enorme bacino di utenti di Netflix, l’attuale leader di settore?
Nel frattempo, per il colosso statunitense il 2016 sarà l’anno del consolidamento e degli investimenti. Morgan Stanley stima che Netflix possa investire 2.5 miliardi di dollari negli USA sul fronte di licenze e programmazione, contro gli 1.8 di HBO e i 700.000 di ShowTime. Parte di questi fondi saranno impiegati per conquistare titoli di culto non ancora presenti sulla piattaforma, altri per la produzione di serie autoctone, già di estremo successo per gli appassionati. Un fronte su cui Netflix sembra essere già decisamente solido, poiché sulle serie proprietarie può sfruttare economie di scala, recuperando fondi dai titoli già assodati per investirli in nuove produzioni.