Ha deciso di non renderlo disponibile sulle piattaforme di streaming come Spotify e Apple Music, fatta eccezione di Pandora. E ora, dopo alcune settimane dal primo annuncio, è pronta a spiegarne le motivazioni: Adele, la popstar dei record, ha voluto rendere noto perché non abbia concesso l’ultima fatica “25” in streaming. E sembra la questione non sia connessa a royalties e modello economico, come nel precedente caso di Taylor Swift, bensì a un’innata diffidenza della cantante rispetto al mezzo. L’occasione delle rivelazioni è una recente intervista per il Time.
La decisione ha destato un certo scalpore, soprattutto fra gli irriducibili fan: “25”, l’ultimo album di Adele, non è stato concesso per l’ascolto sulle piattaforme di streaming e, almeno a giudicare dalle dichiarazioni della stessa cantante, non lo sarà nemmeno nell’immediato futuro. La popstar si dichiara diffidente sul mezzo, trovandolo fin troppo veloce e poco attento nella fruizione, un fatto che lo allontanerebbe dalla visione personale dell’artista britannica sull’universo della musica.
Non uso lo streaming. Scarico musica e compro copie fisiche. Lo streaming è usa e getta. Credo che la musica dovrebbe essere un evento. […] So che lo streaming musicale è il futuro, ma non è l’unico modo per usufruire della musica. Non posso giurare fedeltà a qualcosa che ancora non so come mi faccia sentire.
Sebbene i precedenti album, “19” e “21”, siano presenti su alcune piattaforme di streaming musicale, per l’ultima fatica Adele ha deciso di prendere una posizione più netta, richiedendo in prima persona non venisse offerta agli utenti per l’ascolto on demand sulle varie piattaforme disponibili in Rete. Una scelta che la cantante tiene a rivendicare, come sempre riportato nell’intervista sopracitata:
Sono orgogliosa della mia decisione. Ne sarei stata orgogliosa anche se l’album fosse stato un flop.
Già da tempo alcuni artisti hanno manifestato una certa insoddisfazione nei confronti dell’universo dell’ascolto in Rete, un fatto culminato lo scorso anno con la decisione di Taylor Swift di rimuovere i propri album da Spotify. La popstar, inoltre, la scorsa estate ha avviato una campagna sui social per convincere Apple Music a conferire royalties anche nel periodo dei tre mesi di prova gratuita, riuscendo nel suo intento. Di norma, però, i musicisti che si oppongono a questa tecnologia d’ascolto motivano le loro decisioni con questioni economiche, poiché gli introiti dallo streaming sarebbero ancora sottostimati rispetto alla portata delle piattaforme, mentre la posizione di Adele è certamente inedita: non royalties, ma opportunità del mezzo.