Netflix, il colosso leader dello streaming mondiale, potrebbe presto implementare controlli più severi sul ricorso a proxy e VPN da parte degli utenti. È quello che si apprende da un intervento apparso sul blog ufficiale dell’azienda, disponibile anche in italiano, in merito alla visione di contenuti geograficamente localizzati e ai relativi diritti.
Dall’espansione di Netflix in più nazioni rispetto agli Stati Uniti, gli utenti hanno notato come il catalogo del servizio di streaming veda una certa variabilità a seconda del paese di residenza. Così, da qualche anno a qualche parte, si sono sviluppati i più svariati servizi di proxy e VPN, affinché anche gli abbonati al di fuori degli USA possano accedere alla medesima libreria. Tramite l’utilizzo di questi sistemi, infatti, si può apparire in rete con l’IP di un server geograficamente posizionato negli States, per eludere le limitazioni alla fruizione. Con l’espansione di Netflix in oltre 190 nazioni, così come annunciato la scorsa settimana, la società ha spiegato di essere ormai pronta a un’evoluzione dei propri sistemi di rilevamento proxy, per assicurare la corretta gestione dei diritti di distribuzione nazionali.
Sebbene il colosso statunitense miri a raggiungere la piena globalità dei diritti, così come già avviene per le serie autoctone prodotte dall’azienda, nel frattempo pare risulti necessario agire sul fronte della limitazione alla fruizione, per rispettare gli accordi presi per la distribuzione di show e film. Così si legge sul blog ufficiale, per mano di David Fullagar, Vice President of Content Delivery Architecture:
Se tutti i nostri contenuti fossero disponibili a livello globale, gli abbonati non avrebbero motivo di usare proxy o “unblocker” per far credere ai nostri sistemi di essere in un paese diverso da quello in cui si trovano. Stiamo facendo progressi in questa direzione, ora che Netflix è disponibile in 190 paesi, come annunciato la settimana scorsa, ma abbiamo ancora molta strada da fare. Col tempo prevediamo di poter offrire gli stessi programmi TV e film ovunque. Per il momento, data la prassi consolidata della concessione di licenze in base all’area geografica, i contenuti che offriamo differiscono da un’area all’altra, in misura più o meno significativa. In attesa di raggiungere il nostro obiettivo, continueremo a rispettare e applicare le licenze dei contenuti in base all’area geografica.
Per raggiungere questo obiettivo, Netflix starebbe implementando delle nuove tecnologie atte a riconoscere proxy, VPN e unblockr più diffusi, per assicurare che la fruizione di contenuti sia sempre corrispondente all’effettivo paese di residenza. Così continua l’intervento della società:
Alcuni abbonati usano proxy o “unblocker” per accedere ai titoli disponibili al di fuori della loro area geografica. Per evitare che ciò avvenga, adottiamo provvedimenti analoghi a quelli impiegati da altre aziende. Queste tecnologie continuano a evolversi e noi stiamo al passo con tali evoluzioni. Ciò significa che nelle prossime settimane gli abbonati che usano proxy e unblocker potranno accedere al servizio soltanto nel paese in cui si trovano. Siamo certi che questo cambiamento non produrrà alcun effetto negativo per gli abbonati che non usano proxy.
La questione dei diritti di distribuzione geografici è parecchio complessa e, spesso, fatica a conciliarsi con le necessità della visione online, in un ambiente digitale che, per sua natura, non ha precisi confini nazionali. Una questione che non coinvolge soltanto Netflix, ma qualsiasi piattaforma similare: sarà capitato a molti, infatti, di non poter accedere anche a un semplice video su YouTube poiché i detentori dei diritti non ne hanno concesso la visione nel proprio Paese di residenza. Finché non vi sarà un cambio in questo senso, con l’affermazione di un modello mondiale sugli accordi di licenza, i grandi big di settore non potranno fare altro che adeguarsi.