Scott Kelly è ufficialmente diventato il primo essere umano ad aver cresciuto con successo una pianta al di fuori dell’atmosfera terrestre. Nel fine settimana l’astronauta ha condiviso su Twitter una serie di fotografie che mostrano il fiore di zinnia di cui si è occupato nel corso dell’ultimo mese. L’esperimento è stato condotto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, per capire in che modo le piante nascono, crescono e sopravvivono in un ambiente con microgravità.
La scelta è ricaduta su questa particolare specie perché caratterizzata da un ciclo di crescita piuttosto lungo (dai 60 agli 80 giorni), adatto ad uno studio che necessita la continua raccolta di dati e informazioni. I primi tentativi si erano conclusi con dei fallimenti, soprattutto a causa dell’elevata umidità e delle modalità di circolazione dell’aria. Lo step successivo consisterà nel cercare di applicare lo stesso approccio ad altre tipologie di piante, come quella del pomodoro. In un’ottica più estesa, progetti di questo tipo potranno essere impiegati per rendere autosufficiente la vita dell’uomo lontano dal nostro pianeta, producendo cibo, ad esempio in vista dei programmi che puntano all’esplorazione di Marte.
#SpaceFlower out in the sun for the first time! #YearInSpace pic.twitter.com/Cghu9XGv1J
— Scott Kelly (@StationCDRKelly) January 17, 2016
Una volta preso in carico l’esperimento, Kelly ha deciso di non innaffiare più la pianta secondo un programma rigido e predeterminato, ma di farlo in base ad una valutazione personale, un po’ come avviene curando il proprio giardino qui, sulla Terra. La mossa si è rivelata vincente e il risultato è quello immortalato nelle immagini allegate all’articolo. Il team di ricerca condurrà comunque esperimenti e studi anche sui bulbi mai sbocciati. Il programma messo in agenda della NASA prevede per il futuro di condurre, entro la fine di quest’anno, altri test con il cavolo cinese e con la lattuga romana, mentre nel 2018 sarà il turno dei pomodori nani.