Quasi cinque anni fa, più precisamente l’1 febbraio 2011, il gruppo di Mountain View annunciava la messa online dei primi 17 musei sulla piattaforma Google Cultural Institute, nata per consentire a tutti di osservare da vicino le opere d’arte di tutto il mondo. Nel corso del tempo il progetto è cresciuto, includendo documenti, fotografie e materiale di ogni tipo. In questi giorni bigG ne festeggia il quinto compleanno.
La collezione si è estesa fino ad includere oltre 1.000 musei e istituzioni culturali, 60 dei quali introdotti proprio per festeggiare la ricorrenza. Da oggi è ad esempio possibile percorrere per intero la celebre spirale del Guggenheim di New York, passeggiando tra i corridoi dell’edificio grazie alle immagini panoramiche a 360 gradi di Street View, oltre che esplorare le stanze del Palazzo del Parlamento Rumeno o guardare fino all’ultimo “gigapixel” le famose ninfee di Monet, in altissima risoluzione.
La storia dell’arte è globale. Pensate a Van Gogh: olandese di nascita, ha trascorso gran parte della sua vita in Francia, dove è stato ispirato non solo dai suoi contemporanei, ma anche da artisti giapponesi come Utagawa Hiroshige. Eppure sino a poco tempo fa, poter fruire dell’arte e della cultura aveva un limite, quello geografico.
Tutto questo senza dimenticare l’integrazione con le tecnologie legate alla realtà virtuale. A tal proposito, con un post sul blog ufficiale di Google, Amit Sood (direttore del Cultural Institute) racconta di aver collaborato di recente con la Dulwich Picture Gallery, il primo museo d’arte pubblico d’Inghilterra, in modo da consentire ai piccoli pazienti del King’s College Hospital di Londra di intraprendere un tour utilizzando il visore Cardboard.