Per la prima volta dal 2005, da quando Google ha acquisito il progetto, è possibile valutare quanto Android rappresenti una fonte di guadagno per il gruppo di Mountain View. In altre parole, quali sono stati fino ad oggi gli incassi legati all’ecosistema del robottino verde, la piattaforma più diffusa al mondo su smartphone e tablet. La cifra complessiva è notevole: 31 miliardi di dollari se si tengono in considerazione le entrate complessive.
Di questi, 22 miliardi sono da attribuire ai profitti veri e propri. A svelarlo è un documento trapelato online e relativo alla causa legale che ormai da oltre cinque anni vede bigG contrapporsi ad Oracle, per lo sfruttamento di alcune API Java nel sistema operativo. Un’informazione diramata da un avvocato della società di Redwood Shores, ma che non avrebbe dovuto essere resa pubblica (“For Attorney’s Eyes Only”). Per questo motivo il gruppo di Mountain View sta cercando di correre ai ripari, chiedendo che non vengano divulgati altri dettagli sul caso.
Ormai, come si suol dire, la frittata è fatta. Per la prima volta si può affermare che il business legato ad Android è altamente redditizio per Google, al contrario di altri progetti (alcuni dei quali appartenenti al laboratorio X) nei quali invece l’azienda investe senza poi trarne un beneficio economico concreto, almeno nel breve periodo.
Un paio di precisazioni sono però d’obbligo: i 31 miliardi ai quali si fa riferimento sono il frutto di una stima effettuata da Oracle dopo aver ottenuto dal giudice il diritto di visionare alcuni documenti finanziari riservati della controparte. Ancora, bigG non ha confermato (né smentito) le cifre, limitandosi ad esprimere il proprio disappunto per quanto accaduto, nel chiedere alla corte di impedire un’ulteriore distribuzione del documento.
Questi dati finanziari sono altamente sensibili e non pubblici. La loro diffusione potrebbe avere importanti effetti negativi sul business di Google.
Il risarcimento chiesto da Oracle per lo sfruttamento non autorizzato della propria tecnologia è pari a un miliardo di dollari. Toccherà alla corte distrettuale stabilire se la cifra è appropriata, dopo aver quantificato il danno generato.
Resta da capire anche come si compongono i 31 miliardi di cui si parla: una quota considerevole potrebbe essere costituita dai proventi legati alla vendita di applicazioni e dagli acquisti in-app su Play Store, mentre un’altra parte all’advertising mobile.
In merito alla questione Java, per la release N di Android, Google ha già dichiarato di voler abbandonare le API proprietarie di Oracle per passare alla soluzione OpenJDK, scongiurando così il rischio di ulteriori problemi dal punto di vista legale.