Stretta di mano tra Google e il fisco britannico: la società californiana ha accettato di versare 130 milioni di sterline (circa 172 milioni di euro) nelle casse UK. Giunge così al termine una controversia durata sei anni e relativa alle tasse non pagate nel territorio dal gruppo di Mountain View, in un periodo pari a dieci anni iniziato nel 2005.
L’accusa mossa dalla HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs) era rivolta alle modalità di versamento delle imposte adottate da bigG nel territorio. Nonostante quello britannico sia uno dei mercati più redditizi per l’azienda, almeno al livello europeo, il gruppo ha staccato al fisco nel 2013 un assegno da 20,4 milioni di sterline, a fronte di un giro d’affari complessivo pari a 3,8 miliardi di sterline, legato soprattutto all’advertising online. Ciò è dovuto alla tassazione agevolata dei profitti praticata in paesi come l’Irlanda, dove ha sede il quartier generale a livello continentale.
Queste le parole di Matt Brittin, numero uno della divisione europea, intervenuto nel fine settimana ai microfono della BBC per un commento sulla vicenda.
Oggi abbiamo annunciato che verseremo più tasse nel Regno Unito. Le regole stanno cambiando a livello internazionale e il governo UK è uno dei primi ad applicare le nuove norme, dunque modificheremo il nostro comportamento. Vogliamo essere sicuri di pagare il giusto quantitativo di tasse.
Sempre da Brittin giungono conferme sull’intenzione di adeguarsi alle richieste e alle normative dei paesi in cui Google opera, incrementando così il volume delle imposte che saranno versate in futuro.
Pagheremo 130 milioni di sterline nel rispetto degli anni precedenti, quando le regole imponevano di pagare sulla base dei profitti generati in un paese. In futuro pagheremo inoltre le tasse relative alle vendite ai clienti UK.
L’accordo richiama alla mente quello firmato da Apple di recente, alla fine dello scorso anno. La mela morsicata ha accettato di destinare al fisco italiano un totale pari a 318 milioni di euro, chiudendo in questo modo una controversia avviata dall’Agenzia delle Entrate.