Le anticipazioni offerte dal gruppo GoPro circa la trimestrale di cassa avevano messo in preallarme gli investitori, ma alla comunicazione ufficiale dei risultati il crollo delle azioni è stato inevitabile: -8% nelle contrattazioni after-hour dopo la caduta già avvenuta nei giorni antecedenti, riflettendo un momento di grande sbando per una azienda che è ormai l’icona delle riprese video in condizioni particolarmente complesse.
I motivi della caduta di GoPro sono vari, ma si riducono sostanzialmente ad un livello di vendite fortemente al di sotto delle attese. Di fronte al capitombolo, il gruppo si è fatto trovare impreparato ed ha preso coscienza dei fatti in evidente ritardo. La reazione ora è giocoforza debole e tardiva, ma il gruppo può far leva sul cash disponibile per investire sul futuro e su soluzioni che possano creare ulteriore valore aggiunto e maggior differenziazione rispetto alle molte imitazioni ormai nate e proposte sul mercato. Si parte da qui, da una caduta a Wall Street che ha portato le azioni dai 60 dollari della scorsa estate ai 10 dollari odierni.
La reazione è affidata al CEO Nick Woodman, il quale ha anzitutto annunciato uno sfoltimento deciso della linea prodotti disponibile. GoPro Hero, Hero+ e Hero+ LCD scompaiono dal mercato; rimarranno disponibili Hero 4 Black, Hero 4 Silver e Hero 4 Session. Entro il 2016 debutterà inoltre la nuova GoPro Hero 5, le cui registrazioni dovrebbero essere in definizione 4K, il drone “Karma” dovrebbe essere disponibile già entro la prima metà dell’anno.
Non tutto è negativo: il trimestre è comunque tra i più ricchi della storia del gruppo (nonostante attese maggiormente rosee e margini in forte calo) e il marchio GoPro continua a far proprio il 60% del mercato di riferimento a livello internazionale. La caduta in borsa è pertanto più che altro una caduta legata a profitti e marginalità, oltre che da un livello di vendite che non è riuscito a tener testa alle previsioni di crescita formulate precedentemente.
Il gruppo intende ora far leva anche sulla produzione software, cercando di trattenere l’utente sul proprio brand anche in fase di post-produzione. Le riprese con GoPro sono infatti tipicamente utilizzate per una condivisione (la divulgazione è il motivo primo che spinge all’acquisto di una cam di questo tipo) e fino ad oggi GoPro ha delegato questa fase a marchi terzi. Sebbene l’idea fosse in auge da tempo, non era mai stata perseguita: il team GoPro lavorerà ora su questo fronte, ma non potranno arrivare risultati tangibili prima di qualche trimestre.
L’ennesimo capitombolo ha inoltre lasciato sulla propria strada un capro espiatorio: il CFO Jack Lazar lascia l’azienda e sarà sostituito da Brian McGee (ex-Qualcomm).