C’è stato un momento in cui dibattere su cosa va perso, dell’esperienza di lettura, nel passaggio dal cartaceo al digitale: dai libri composti da pagine tangibili e sfogliabili al touchscreen. Una transizione mal digerita dai puristi, che pur riconoscendo agli eBook alcuni indiscutibili vantaggi (uno su tutti la portabilità) ancora preferiscono il classico volume da tenere sullo scaffale o sul comodino. Una scelta legittima, sia chiaro, ma i tempi sono ormai maturi per portare la discussione ad un nuovo livello.
A suggerire le future evoluzioni del mercato letterario è un progetto messo in campo da Google, in collaborazione con lo studio londinese Visual Editions. Si chiama Editions at Play e si tratta in estrema sintesi di un nuovo formato per la distribuzione dei libri. Non più una mera riproduzione digitale di volumi già venduti nei negozi, ma un’esperienza differente, che non potrebbe in alcun modo trovare posto su uno scaffale. Uno dei primi pubblicati si chiama “Entrances & Exits”, firmato da Reif Larsen. È essenzialmente un viaggio della durata di un’ora circa basato sulla tecnologia di Street View: il lettore si muove al livello della strada all’interno di una mappa, scoprendo man mano nuove pagine da consultare. Il gruppo di Mountain View lo descrive come “un libro che viaggia attraverso il mondo”.
L’altro è invece “The Truth About Cats & Dogs” di Sam Riviere e Jow Dunthorne, costituito da due diari affiancati all’interno di una stessa schermata, da leggere in una mezz’ora. L’utente può passare da uno scrittore all’altro scegliendo il narratore e decidendo di volta in volta l’evoluzione dei fatti. Un’esperienza interattiva, dunque, che aggiunge una nuova dimensione rispetto ad un racconto tradizionale. Già previsto l’arrivo di altri due volumi nel mese di aprile, firmati rispettivamente da Tommy Lee Edwards e Alan Trotter.
Al momento questi libri nativi digitali non possono essere scaricati, ma richiedono l’apertura all’interno di un browser mobile, meglio se Chrome. L’iniziativa richiama alla mente lo stile dei libri-game tanto in voga tra gli anni ’80 e ’90, avventure in cui il lettore era in grado di saltare da una pagina all’altra sulla base di decisioni proprie, con dinamiche simili a quelle dei giochi di ruolo. Difficilmente progetti come Editions at Play causeranno la scomparsa dell’editoria tradizionale (dopotutto, fino ad oggi non lo hanno fatto nemmeno gli eBook), ma risultano comunque interessanti per analizzare in che modo le tecnologie odierne possano contribuire ad evolvere una pratica rimasta pressoché invariata per secoli.