Il momento non è dei migliori: la quotazione di Pandora sul mercato azionario è scesa del 60% dall’ottobre scorso. Ciò nonostante, la società ha acquisito di recente il marchio e la tecnologia di Rdio (75 milioni di dollari), oltre che la piattaforma Ticketfly (450 milioni di dollari) per la vendita dei biglietti dei concerti. Oggi si parla del servizio per via delle indiscrezioni che ne ipotizzano una cessione.
In altre parole, i vertici di Pandora sarebbero al lavoro con i consulenti di Morgan Stanley per posizionare la propria azienda in modo tale da stimolare l’interesse di potenziali compratori. Le due acquisizioni citate poc’anzi, dunque, potrebbero essere state portate a termine non tanto con l’obiettivo di potenziare il servizio, ma con la finalità di renderlo maggiormente appetibile ad altre realtà. Al momento non sono giunte conferme (né smentite) in merito e nemmeno dettagli sull’investimento economico necessario per poter mettere le mani su una delle piattaforme più longeve nell’ambito dello streaming.
La fondazione di Pandora risale al 2000, in un’epoca di grande fermento per il mercato musicale, quando Napster e WinMX iniziavano a scardinare le certezza di un’industria che fino ad allora aveva basato il proprio modello di business esclusivamente sulla vendita di album su supporto fisico. Per un periodo il servizio è stato accessibile anche dall’Italia. Poi, per problematiche legate alle licenze, il nostro paese è rimasto tagliato fuori e ad oggi risulta disponibile solo negli Stati Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda. A differenziare la piattaforma da quanto offre la concorrenza è l’integrazione della tecnologia del Music Genome Project: anziché proporre una personalizzazione estrema delle playlist, il sistema favorisce la scoperta di nuova musica suggerendo in modo automatico i brani da ascoltare, sulla base delle preferenze specificate nel tempo dagli utenti.
Chi potrebbe essere interessato ad acquisire Pandora? Le ipotesi più probabili puntano verso i colossi del settore: da Spotify ad Apple Music, senza dimenticare Deezer o Google Play Musica. Al momento è comunque troppo presto per fare previsioni precise.