Parlando di 5G si è soliti pensare ad un’elevata velocità di navigazione sulle reti mobile. Sarà la prossima grande evoluzione nel campo della connettività, ma discuterne esclusivamente in termini di banda disponibile sarebbe piuttosto riduttivo. L’avvento di tecnologie avanzate per l’accesso alla Rete porterà con sé innovazione e spalancherà le porte all’introduzione di sistemi, prodotti e servizi altrimenti non realizzabili.
Una nuova era
Ne abbiamo parlato con Qualcomm, in occasione di un incontro milanese durante il quale è stato possibile discutere in anteprima alcune delle novità che il gruppo porterà al Mobile World Congress 2016 di Barcellona e i cambiamenti che interesseranno il mercato nel medio-lungo periodo. Perché le infrastrutture possano iniziare a diffondere segnale 5G sarà come prima cosa necessario giungere ad una standardizzazione da parte del 3GPP (3rd Generation Partnership Project): si parla del 2020 come data indicativa, anche se alcuni progetti sperimentali potrebbero essere messi in campo con largo anticipo, forse già dal 2018 in concomitanza con eventi di richiamo internazionale come i giochi olimpici in Brasile o i mondiali di calcio in Russia.
Il gruppo di San Diego ha già avviato iniziative di ricerca e sviluppo che gli consentiranno di fornire ai partner OEM (e non solo), come già accade oggi, componenti e piattaforme sulle quali lavorare. La strada da percorrere è tracciata da alcuni punti fermi: affidabilità, sicurezza, performance e disponibilità. I primi due sono requisiti fondamentali e necessari per garantire il pieno rispetto di tutte quelle informazioni che verranno elaborate e trasmesse. Per quanto riguarda le prestazioni, si fa riferimento a parametri come una latenza ridotta al minimo e all’impiego di tecnologie in grado di adattarsi a pressoché qualsiasi ambito di utilizzo. Infine, Qualcomm punta a rendere disponibili i progressi ottenuti sia ai partner che di conseguenza agli utenti, investendo in processi produttivi che consentono di abbattere i costi finali e che permettono un’ampia personalizzazione in fase di design.
Internet of Things
Poter disporre di connettività mobile estremamente veloce, come già detto, spalancherà le porte all’avvento di nuovi sistemi e tecnologie, compresi quelli che possono essere ricondotti al calderone della Internet of Things. Un termine spesso abusato, che allo stato attuale dei fatti si traduce in poche applicazioni concrete e realmente utili. Le cose stanno però per cambiare: entro pochi anni il numero di prodotti e dispositivi legati a settori come quello delle smart home è destinato a crescere in modo esponenziale. Gli elettrodomestici comunicheranno con l’utente, così come gli impianti di condizionamento e riscaldamento, quelli di illuminazione e le soluzioni per l’intrattenimento multimediale.
Si creerà così un vero e proprio ecosistema smart, in cui tutto è connesso e può essere gestito in modo intelligente. La comunicazione, per ovvi motivi, avverrà in modalità wireless ed è qui che entreranno in gioco i network di nuova generazione. Nell’universo IoT possono essere ricondotti anche tutti quei contesti applicativi che prevedono l’utilizzo dei dispositivi indossabili come smartwatch, smartband o fitness tracker, oggi più che altro impiegati come estensione degli smartphone, ma che presto sapranno operare in modo del tutto indipendente, anche per finalità mediche come il monitoraggio dei parametri vitali. Tutto questo senza contare i droni, che potranno costituire sempre più uno strumento utile per il controllo del territorio, per la videosorveglianza ecc.
Automotive
Da qui al settore automotive il passo è breve: così come in un’abitazione gli elettrodomestici saranno in grado di comunicare tra loro e con l’utente, lo stesso avverrà sulle strade. I sistemi V2V (veicolo-veicolo) e V2I (veicolo-infrastrutture) consentiranno alle vetture di interagire tra loro scambiando informazioni utili ad aumentare la sicurezza e il comfort di chi viaggia, così come sarà possibile ricevere sulle auto avvisi, dati e notifiche direttamente dalla segnaletica o dalla carreggiata.
Perché tecnologie di questo tipo possano beneficiare di un’adeguata diffusione sarà necessario sviluppare soluzioni ad hoc, sia hardware che software. Qualcomm ha già da tempo siglato partnership con gli automaker per la realizzazione di chip studiati appositamente per il contesto automotive, ben diverso da quello mobile: le componenti equipaggiate su un veicolo devono garantire un ciclo di vita molto più esteso rispetto a quello di uno smartphone, così come resistere ripetutamente a forti sbalzi di temperatura e sollecitazioni meccaniche. Ne sono un esempio i moduli S602A e S820A, quest’ultimo destinato ai modelli di fascia alta, che permetteranno di portare sulle quattro ruote funzionalità oggi disponibili esclusivamente nei prodotti mobile.
5G: non solo velocità
In conclusione si può affermare che la sigla 5G racchiude al suo interno molto più che la sola elevata velocità di trasferimento a cui si è portati a pensare. La sua introduzione consentirà di compiere significativi passi in avanti in molteplici settori, un po’ come già avvenuto ad esempio con l’avvento delle connessioni 4G per quanto riguarda lo streaming (sia video che audio), fino a qualche anno fa prerogativa delle reti WiFi e oggi disponibile senza troppi compromessi anche in mobilità. Servirà però uno sforzo collettivo da parte di chipmaker, produttori e operatori per far sì che le potenzialità della tecnologia possano tramutarsi in vantaggi e servizi reali per l’utente finale. Tutto questo senza dimenticare che lo sviluppo dell’LTE non è ancora giunto al termine e proseguirà ancora per diversi anni, con miglioramenti significativi.