Nuovo aggiornamento sulla contrapposizione tra Apple e FBI sulla questione della privacy e della sicurezza nazionale. Secondo quanto riportato da fonti statunitensi, alcune famiglie delle vittime della sparatoria di San Bernardino sarebbero pronte a schierarsi a favore delle agenzie governative statunitensi. Per farlo, sarebbe in via di preparazione un memoriale legale da consegnare all’U.S. Department of Justice, affinché il device al centro della contesa venga effettivamente sbloccato.
Secondo quanto spiegato dall’agenzia Reuters, un legale rappresentante di alcune famiglie ha spiegato come le vittime abbiano uno speciale interesse affinché l’iPhone 5C conteso, e appartenuto a uno degli attentatori di San Bernardino, venga sbloccato e i suoi dati analizzati. Così avrebbe spiegato Stephen Larson:
Sono stati presi di mira dai terroristi e devono sapere perché, come questo possa accadere.
La contrapposizione tra Apple e l’FBI è ormai ben nota. La scorsa settimana, un giudice californiano ha imposto alla società di fornire ragionevole supporto all’agenzia governative, affinché possa essere sbloccato un iPhone 5C appartenuto a uno degli attentatori della sparatoria di San Bernardino. Da iOS 8 e successivi, tuttavia, Apple non conserva più le chiavi crittografiche personali, rendendo di fatto complessa l’estrazione dei dati. Per questo, è stato richiesto che venga rimossa l’inizializzazione automatica del dispositivo, così come anche il limite al numero di tentativi per la password. Apple si è però opposta, con una lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale, dove ha spiegato come la predisposizione di una backdoor potrebbe mettere a rischio tutti gli utenti. La sicurezza nazionale, secondo il gruppo, non dovrebbe essere perseguita a discapito della legittima privacy.
Secondo quanto riportato da AppleInsider, a fine 2015 l’Apple ID del dispositivo sarebbe stato sottoposto a reset dallo stesso FB, anche se la Mela ne sarebbe venuta a conoscenza solo a gennaio, quando è stata consultata dall’agenzia governativa. In questo modo, sembra che l’operazione di estrazione sia stata ulteriormente complicata: non sarebbe possibile ricavare dati dallo smartphone senza comprometterne la crittografia.