Apple non sembra intenzionata a cedere alle richieste delle agenzie governative statunitensi. Non solo si è opposta alla decisione di un giudice statunitense la scorsa settimana, ma la società è pronta a sviluppare sistemi di crittografia ancora più impenetrabili, per rendere sempre più obsoleti eventuali metodi per invadere la privacy dei consumatori. È quanto riportano un paio di fonti statunitensi, sebbene da Cupertino non giungano ancora conferme.
La vicenda ormai è ben nota. La scorsa settimana un giudice statunitense ha richiesto ad Apple di fornire adeguata assistenza tecnica all’FBI, per sbloccare un iPhone 5C appartenuto a un attentatore della sparatoria di San Bernardino. Con iOS 8 e successivi, tuttavia, Apple non conserva più le chiavi di decodifica personali dei sistemi di crittografia e, così, non può accedere alle informazioni dell’utente anche in presenza di un mandato. Per questo motivo, le autorità hanno richiesto il blocco dell’inizializzazione automatica dei dispositivi, nonché la possibilità di tentare un numero infinito di password. Possibilità a cui la società si è opposta, perché la predisposizione di ogni sorta di backdoor potrebbe, così come si legge in una lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale, minacciare la sicurezza di tutti i consumatori.
Come andrà a finire questa querelle legale è ancora presto per dirlo ma, nel frattempo, sembra che Apple stia già guardando avanti. Secondo quando riferito dal New York Times, Apple sarebbe al lavoro su una tecnica di crittografia inedita per iOS e iCloud, tanto da rendere obsoleti tutti gli attuali mezzi esistenti per accedere ai dati dell’utente senza il suo permesso. Inclusi gli stessi tentativi delle autorità governative, statunitensi e non. Al momento, è bene specificarlo, si tratta di un’indiscrezione che non trova diretta conferma nel gruppo di Cupertino.
AppleInsider spiega come i futuri aggiornamenti potrebbero principalmente concentrarsi su iCloud. Il caso attuale, quello inerente all’attentatore di San Bernardino, avrebbe infatti fatto suonare un campanello d’allarme. Sembra che l’FBI, stando a fonti statunitensi, abbia tentato di accedere a una copia iCloud del backup dell’iPhone 5C coinvolto, senza però riuscirci dato un cambio della password di Apple ID. Se la password non fosse stata cambiata, il download sarebbe stato effettivamente possibile: per questo si estenderanno anche sulla nuvola le tecniche di sicurezza oggi presenti in iOS.
Come già anticipato, non è dato sapere se Apple procederà effettivamente in questa paventata direzione. Non si esclude, tuttavia, che una simile prospettiva non faccia altro che alimentare le polemiche in corso, tra oppositori e supporter del gruppo di Cupertino.