L’ultimo volo del Concorde ha avuto luogo il 26 novembre 2003. Dopo oltre 15 anni da quella data, la NASA ha compiuto il primo passo verso il ritorno dei voli supersonici. Durante un evento organizzato al Ronald Reagan Washington National Airport di Arlington (Virginia), l’agenzia governativa statunitense ha ottenuto un contratto per la progettazione di un velivolo dimostrativo che sarà pronto per il 2020.
I consumi eccessivi e gli enormi costi di manutenzione sono alcuni dei motivi che hanno spinto Air France e British Airways ad interrompere i voli, oltre all’incidente del luglio 2000 e alla crisi economica mondiale negli anni successivi. La NASA vuole trovare una soluzione a tutti questi problemi con l’iniziativa New Aviation Horizons che prevede la realizzazione di “X-plane” più efficienti, meno inquinanti e soprattutto più silenziosi. L’obiettivo principale è dunque la riduzione dell’intensità del boom sonico, il rumore generato quando l’aereo supera la velocità del suono (circa 1.200 Km/h).
La NASA ha selezionato un team, guidato da Lockheed Martin Aeronautics Company, che dovrà sviluppare il progetto preliminare della Quiet Supersonic Technology (QueSST) nei prossimi 17 mesi, durante i quali riceverà un finanziamento di 20 milioni di dollari. Il prototipo, di cui si può vedere un concept nell’immagine in evidenza, avrà una dimensione pari al 50% dell’aereo finale e dovrà superare diversi test, tra cui appunto quello relativo al boom sonico. Il velivolo dovrà generare un rumore molto ridotto, quando raggiungerà la velocità del suono.
I futuri X-plane dovranno rispettare anche altri vincoli, come i bassi consumi di carburante e le basse emissioni, sfruttando le ultime scoperte nei settori dell’acustica e della scienza dei materiali.