Dove vai giornalismo: decima edizione del Festival

A Perugia dal 6 al 10 aprile torna il Festival, in grande spolvero per i suoi dieci anni, tra molti temi tecnologici e una rivoluzione sempre in atto.
Dove vai giornalismo: decima edizione del Festival
A Perugia dal 6 al 10 aprile torna il Festival, in grande spolvero per i suoi dieci anni, tra molti temi tecnologici e una rivoluzione sempre in atto.

Dove sta andando il giornalismo? Bella domanda da porsi, dove grande peso ha la rivoluzione dei modelli imposta dalle tecnologie, Internet per prima. Uno stato di rivoluzione permanente fotografato da anni dal più bel festival del giornalismo al mondo, quello di Perugia. Una decima edizione, quella appena presentata da Arianna Ciccone e Chris Potter, che sarà colma di espressioni in lingua inglese ormai di uso comune: fact-checking, data journalism, explanatory journalism, drone journalism, paywall e crowdfunding, robot journalism, mobile first. Inevitabile, così com’è straordinario il programma.

Si resta sorpresi, quasi sopraffatti quando si entra nel programma dei cinque giorni del festival, con 200 eventi e oltre 500 speaker. Ogni anno sembra sia impossibile fare meglio e invece puntualmente ci riescono. Il segreto è l’organizzazione: pubblico e speaker in arrivo da tutto il mondo impegnati ad affrontare i temi globali del mestiere dell’informazione che si intrecciano sempre con l’attualità. I migranti, le guerre, il terrorismo, la rinascita dei nazionalismi, l’Europa in crisi e le nuove sfide della democrazia, la privacy e la sorveglianza di massa, la libertà di espressione e la lotta contro la censura, il ruolo delle organizzazioni non governative nel coprire territori di guerra.

Questo consente di accattivarsi la buona volontà di 194 fra studenti, aspiranti giornalisti, fotografi provenienti 19 diversi paesi (Brasile, Bulgaria, Camerun, Egitto, Francia, Germania, Grecia, India, Iraq, Italia, Kenya, Lituania, Regno Unito, Russia, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Ungheria), e gli esponenti migliori al mondi di diverse discipline, in una occasione unica di maxi-conversazione, gratuita per tutti e anche in streaming e sul canale YouTube successivamente, che è come un corso universitario sul giornalismo e le sue mille diramazioni.

Festival del Giornalismo: decima edizione

Provando ad andare per sommi capi, in attesa di raccontarlo tra un mese, all’#IJF16, si segnalano panel, workshop che devono molto ai temi più dibattuti di questo ultimo anno, anche su Webnews. Tra i talk di 16 minuti affidati a personalità del mondo dei media, è imperdibile Mark Little, fondato di Storyful, una delle più importanti piattaforme di verifica dei contenuti online acquistata nel 2013 da News Corp, che dallo scorso novembre è vicepresidente media per Europa e Africa di Twitter. Al social che versa in cattive acque – ma continua a piacere molto ai media – è dedicato Twitter compie dieci anni: quale futuro per la piattaforma che ha rivoluzionato le news?. Il pioniere dei blog in Iran, Hossein Derakhshan, intervistato da Carola Frediani, parlerà del Giornalismo nell’era post-web.

Per la prima volta il prestigioso Centro per il giornalismo digitale della CJS ha organizzato direttamente alcuni panel discussion nell’ambito del Festival, e anche in questo caso si trovano molti argomenti che toccano il ruolo del web e delle tecnologie. Emily Bell, direttrice Tow Center for Digital Journalism, Ewen MacAskill, The Guardian, Stefania Maurizi, l’Espresso e Marcel Rosenbach di Der Spiegel, parleranno nientemeno che del giornalismo alla luce del caso Snowden, visto che il dibattito sulla sorveglianza, le libertà civili, la sicurezza nazionale e l’antiterrorismo continua più forte che mai. Altri giornalisti stranieri si chiederanno invece se davvero un robot può sostituire un giornalista, e poi si arriverà al cuore di tutto: la Silicon Valley e il giornalismo.

Interessante la definizione di Explanatory Journalism, che scaturirà da un dialogo tra Mario Calabresi, direttore di La Repubblica, e Jay Carney, oggi Senior Vice President of Corporate Affairs di Amazon, ma famoso per essere stato in precedenza portavoce della Casa Bianca. Saranno 80 i dibattiti sul giornalismo, anche in questo caso è facile scovare il ruolo delle tecnologie e il problema/opportunità rappresentato dal web. Al festival si parlerà di cura degli spazi social e coinvolgimento dei lettori, di come scoprire, verificare e distribuire le notizie nell’era digitale, dell’ascesa dei bot, dell’uso dei Big Data, del giornalismo coi droni, del “maledetto” storytelling.

A Perugia tornano anche gli appuntamenti di Hackers’ Corner, dove i maggiori esperti italiani insegnano tecniche e strumenti per la sicurezza delle fonti e nella comunicazione giornalistica. Una serie di workshop specifici per approfondire e prepararsi agli aspetti giuridici della professione e il filone Data Journalism, e sono previsti anche workshop formativi tenuti da Twitter e Google.

Il Festival e i main sponsor

Main sponsor della decima edizione del Festival saranno Amazon ed Eni, mentre partner istituzionale sarà la Regione Umbria. Confermati gli sponsor Google, Nestlé, Sky e in qualità di sponsor istituzionale la Commissione Europea in Italia. Per la prima volta saranno sponsor del Festival Twitter e Flair Media Consultancy. Partner tecnico TIM. L’aspetto interessante del rapporto con gli sponsor è che sono occasione di discussione, partecipano con idee e anche testimonianze. In un clima di trasparenza e libertà decisamente unico per un paese come l’Italia. Si prenda ad esempio il caso ENI-Report: se na parlò molto e a Perugia la ENI stessa sfrutterà il festival per dire la sua sulla comunicazione.

https://twitter.com/Eniday/status/706808736745197568

Eni, per contro, ha definito il festival come «il più importante evento dedicato al giornalismo in Europa». Di qui la scelta di esserci da protagonista: « rappresenta l’occasione per raccontare il proprio impegno in termini di comunicazione d’impresa sui social e la propria capacità di innovazione, rendendosi protagonista della rivoluzione digitale. Una rivoluzione che impone un cambio di passo, mettendo di fatto in crisi la tradizionale differenza fra comunicazione ed informazione, con lo scopo di costruire un nuovo modello di interazione tra azienda, stakeholder ed influencer, anche attraverso la gestione della brand reputation online».

Il tutto con l’invito a seguire i propri canali social durante i giorni del festival:

Il social team di Eni proverà a raccontare questa trasformazione, mostrando il proprio lavoro in real time, attraverso una narrazione continua su media online e social. Tra storie, workshop, panel monitoraggio della rete ed interviste speciali a bordo di Enjoy, il cane a sei zampe posterà , twitter, condividerà e fotograferà tanti momenti di lavoro e di svago.

Amazon porta al festival Carney, ma anche la scholarship con gli elaborati degli studenti europei, e approfitterà del festival per due prime: la proiezione del primo episodio della seconda stagione di Transparent e la prima stagione dell’atteso The Man in the High Castle, due serie TV prodotte da Seattle. Le proiezioni saranno introdotte da Roy Price, Vice President degli Amazon Studios.

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